Alimentazione

Mini piatti: saziano, ma con un po' di pazienza

La soddisfazione arriva dopo 15 minuti dal pasto

05 Feb 2013 - 17:48
 © Getty

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Per sentirsi sazi non serve abbuffarsi di cibo: anche una porzione ridotta può lasciarci soddisfatti, a patto di avere la pazienza di aspettare una quindicina di minuti dalla fine del pasto. Quando ci si mette a tavola, infatti, la fame intesa come necessità di soddisfare un piacere viene più dal fatto di avere a disposizione una cosa buona da mangiare più che dalla quantità di quello che abbiamo nel piatto. Dopo circa un quarto d'ora dal pasto, infatti, il cervello riceverà dallo stomaco lo stesso segnale di sazietà, sia che abbiamo ingurgitato una porzione extra large, sia che abbiamo goduto un piatto molto più piccolo. Ma nei due casi la quantità di calorie ingurgitate è ben diversa. 

Sono le conclusioni a cui è giunto uno studio realizzato dall'università statunitense di Cornell e pubblicato su Food, Quality and Preference, realizzata su un centinaio di soggetti adulti.  Ai volontari sono stati proposti piatti con porzioni di "dimensione" differente, piccole oppure grandi.  Il gruppo  composto da persone a cui erano concesse quantità maggiori di cibo ingurgitava in media circa 100 calorie più degli altri., ma gli esperti hanno notato che in tutti e due i gruppi si registrava un desiderio di cibo decisamente minore quando erano trascorsi 15 minuti dalla fine del pasto, indipendentemente da quanto si era mangiato. In pratica, questo significa che aumentare le porzioni non serve. Insomma, il segreto per chi vuole perdere peso è dunque armarsi di santa pazienza: perché lo stomaco e il cervello possano "allinearsi" sul senso di sazietà e condividere la soddisfazione che viene da un buon pasto serve dunque quel fatidico quarto d'ora.  
"La ricerca - spiega
Brian Wansink,
uno degli autori dello studio - indica che la fame come soddisfazione di un piacere è motivata più dalla disponibilità del cibo che dalle quantità già consumate. Dunque anche mangiando poco si soddisfa la fame e non si amplifica la voglia di piluccare".

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