A Natale sono loro i responsabili di mal di stomaco e cefalea post pranzo
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Il Natale è il periodo delle abbuffate e di superlavoro per il nostro apparato digerente. Se però ci capita di accusare mal di testa o di stomaco, nausea e altri disturbi digestivi, evitiamo di dare sbrigativamente la colpa al troppo panettone e spumante: il Natale è un'occasione impegnativa anche per la nostra psiche e il fatto di trovarci per molte ore a stretto contatto con persone che per tutto l'anno consideriamo più serpenti che parenti, potrebbe essere la causa di molti dei nostri sintomi. Insomma, più che le ricche portate alimentari, potremmo non digerire… i nostri familiari.
Durante le festività natalizie, "le occasioni di incontro sono obbligate ma non sempre gradite" spiega la dottoressa Edi Salvadori, psicopedagista e Counselor Relazionale Voice Dialogue "Le famiglie sono una entità sempre più complessa e conflittuale. Generalmente si tenta di evitare le situazioni e gli incontri non graditi, e quando ciò non è possibile il corpo ci segnala il disagio emotivo con sintomi semplici ma emblematici: nausea, disturbi digestivi, mal di stomaco, mal di testa. Molti di questi disturbi possono essere ricondotti a conflitti emotivi che si innescano in situazioni di stress".
Proprio questi sintomi, spiega la dottoressa, sono un fenomeno in significativa crescita negli ultimi anni, specie in occasione delle feste natalizie, durante le quali una persona su quattro tra quelle che la specialista segue accusa un peggioramento delle proprie condizioni. In effetti, sottolinea Salvadori, "esiste una corrispondenza significativa tra disturbi gastroenterici e complessità della situazione familiare".
Durante le Feste si finisce per doversi confrontare con famiglie allargate, fatte da figli di precedenti matrimoni, ex coniugi, rami familiari differenti che a volte faticano a conciliare culture, credenze e stili di vita. Un altro elemento significativo è la mancanza sempre più comune di patriarchi e matriarche, che con l'autorevolezza della loro età riuscivano a mediare e sedare i conflitti.
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Le linee guida della "terapia familiare sistemica" insegnano che le famiglie sono un grande campo di energia al cui interno si muovono le persone, a loro volta costituite da flussi energetici. Quando tutte queste energie sono in conflitto tra di loro il malessere che ne deriva si riflette sul corpo, il quale esprime il suo disagio soprattutto a livello gastrointestinale o addirittura cutaneo. Si tende ad attribuire i sintomi alla pesantezza dei cibi che imbandiscono la tavola, ma ciò è davvero indigesto sono le situazioni e le persone. Spesso si tratta di situazioni e ferite interiori molto lontane nel passato e mai risolte.
Che fare per soffrire un po' meno? Il rimedio di emergenza, spiega la dottoressa, è ritirarsi per qualche minuto in un luogo tranquillo, rilassarsi ed eseguire un semplice esercizio di respirazione, facendo in modo che l’aria attraversi pancia, diaframma e petto, immaginando di spingerla verso il basso, anche se all’inizio fa un po’ di fatica a scendere. Il fatto di concentrarsi su se stessi anche solo per pochi minuti permette alle energie vitali di ricominciare a fluire positivamente, così facendo si abbassa il livello di ansia e qualunque altro stato emotivo.
Per saperne di più si può leggere il libro che la dottoressa Salvadori ha dedicato all'argomento: "Quattro passi con il sintomo: dal conflitto emotivo alle “parole nuove” del corpo " (Morlacchi editore) .