la seconda giornata

#Bastabufale, confronto alla Camera contro le fake news: un piano educativo per difendersi dalle notizie false

La presidente della Camera Boldrini e la ministra dell'Istruzione Fedeli hanno annunciato per il prossimo anno scolastico un piano di formazione digitale dedicato agli studenti

02 Mag 2017 - 14:44

"Per riconoscere e combattere le fake news dobbiamo lanciare l'anno prossimo un grande progetto di educazione civica digitale che coinvolga le istituzioni, il ministero, le aziende, i social media, rivolto al mondo della scuola". Lo ha auspicato la Presidente della Camera, Laura Boldrini, aprendo il convegno intitolato "Bufale in rete: come riconoscerle", al termine del quale sono stati premiati i vincitori del concorso nazionale per le scuole secondarie di primo e secondo grado, che con i loro fumetti, hanno posto l'attenzione sul problema delle bufale in rete.

No alla censura -"Le bufale - ha sottolineato Boldrini - mettono a rischio il diritto fondamentale di tutti i cittadini di essere informato correttamente. In questo lavoro - ha insistito la Presidente della Camera - non c'è alcuna volontà di censura. Al contrario, censurare sarebbe stato nascondere la gravità del problema. Non è certamente censurare accendere i riflettori su una questione che riguarda tutti noi".

Si tratta di un nuovo evento anti bufale promosso dalla Camera dei Deputati, dopo l'istituzione di quattro tavoli di lavoro, lo scorso 21 aprile, ai quali ha contribuito anche il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori.

Il diritto a un'informazione corretta - "Le fake news - ha aggiunto Boldrini - sottraggono ai cittadini il diritto a essere correttamente informati, sono un fattore potente di destabilizzazione del discorso pubblico e non occuparsene sarebbe un'omissione. Combattere le fake news è ribadire la centralità di una corretta informazione in una società democratica".

Un'indagine sulle fake news - Per questo ha promesso, la commissione Internet della Camera "avvierà presto un'indagine conoscitiva sulle fake news, su come nascono e come vengono diffuse". "Questo incontro di oggi è una tappa di un lungo percorso di consapevolezza digitale che ho avviato nel 2014 istituendo una commissione Internet. La commissione, che ha un format innovativo ed è composta da parlamentari ed esperti esterni, ha prodotto una Carta dei diritti e dei doveri di internet, una Carta costituzionale digitale sulla quale abbiamo aperto una consultazione pubblica".

Più educazione digitale - La presidente della Camera ha poi ricordato l'appello "Basta bufale". "L'obiettivo era 10mila firme, siamo a oltre 20mila. Questo tema grazie allo sforzo di tanti sta crescendo nella consapevolezza di tutti". Contro la disinformazione e le fake news, ha aggiunto, "bisogna potenziare il processo di alfabetizzazione digitale e bisogna fare una campagna di formazione di massa per aumentare il livello di consapevolezza delle persone".

Sui banchi si formano gli anticorpi alle notizie false - A spiegare i dettagli di questo processo di alfabetizzazione digitale è stata la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli: "Miur e Camera dei deputati realizzeranno un progetto di formazione ed educazione civica rivolto a tutte le scuole", per permettere agli studenti "di riconoscere una fake news, informarsi in modo concreto, individuare la fonte. Dobbiamo attribuire alle istituzioni formative il ruolo che solo esse possono svolgere ma non possono agire da sole".

Il tema "riguarda la capacità del nostro sistema istituzionale, culturale, formativo e informativo di produrre anticorpi rispetto alle dinamiche che contribuiscono sistematicamente ad abbassare la qualità dei processi di informazione. E la capacità di quel sistema, invece, di promuovere e realizzare un dibattito pubblico serio, libero, fatto di opinioni autorevoli e partecipazione consapevole e attiva da parte di cittadine e cittadini. Perché la qualità del dibattito pubblico è parte della qualità della democrazia".

Dal momento che, conclude Fedeli, "la diffusione incontrollata di notizie false è capace di danneggiare gravemente privati e aziende, influenzare l'opinione pubblica su temi importanti come la salute e la sicurezza, condizionare la politica, distruggere la reputazione di figure pubbliche, annientare la complessiva capacità della società di attribuire fiducia e credibilità che sono fattori decisivi per la coesione di una comunità".

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