Camera, non passa l'emendamento sul revenge porn: la protesta delle deputate
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Stefania Prestigiacomo (FI) guida la protesta delle deputate dell'opposizione. Ed è scontro Lega-M5s sulla castrazione chimica
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Le norme sul revenge porn non saranno inserite nel ddl "Codice rosso" sulla violenza di genere esaminato dalla Camera. La richiesta delle opposizioni è stata bocciata con voto segreto: 218 sì e 232 no. La decisione della maggioranza è giunta dopo la sospensione della seduta, stabilita per permettere al comitato della commissione Giustizia di discutere l'emendamento presentato da Federica Zanella (Forza Italia), che inseriva il reato nel testo.
La protesta delle opposizioni - Alla ripresa della seduta, la relatrice Stefania Ascari (M5s) ha espresso parere contrario alla proposta di modifica forzista, scatenando la protesta delle opposizioni. "Voglio denunciare l'andamento indecente dei lavori su questo provvedimento. Abbiamo interrotto l'esame in aula alle 12:30 per valutare l'emendamento e abbiamo rinviato il comitato dei nove in attesa di sapere la posizione della maggioranza", ha detto Alfredo Bazoli (Pd). E ha aggiunto: "Dalle agenzie di stampa abbiamo appreso che non sarebbe stato introdotto questo nuovo reato. Nel frattempo, però, la maggioranza ha colto l'occasione per introdurre l'ennesima modifica al ddl che interviene nel bel mezzo della discussione. E' un modo inaccettabile di procedere, un modo schizofrenico".
La proposta del M5s - L'intenzione del M5s è quella di portare avanti un ddl ad hoc sul revenge porn al Senato, come ha ricordato il presidente dei senatori M5s Stefano Patuanelli. "E' una grande presa in giro - ha detto Alessia Rotta (Pd) - potevamo dire che non c'è alcuna volontà di disciplinare il revenge porn perché con il ddl al Senato fate finta di volerlo fare, ma non volete farlo perché inserendo il reato in questo provvedimento sarebbe potuto diventare subito legge". Anche Enrico Costa (Forza Italia), Wanda Ferro (Fratelli d'Italia) e Laura Boldrini (LeU) hanno chiesto un rinvio dell'esame del ddl sul Codice rosso.
Bagarre in Parlamento, Prestigiacomo "assalta" i banchi del governo - Il disegno di legge presentato dai 5 Stelle ha fatto discutere i parlamentari. Silvia Benedetti, deputata del gruppo Misto ed ex M5s, ha utilizzato parole dure: "Sono veramente schifata, avete preso il peggio del peggio della politica degli slogan e della propaganda. E' uno schifo". Tutte le deputate di opposizione sono andate al centro dell'emiciclo di Montecitorio ed hanno urlato "Onestà, onestà!". La seduta è stata sospesa quando un gruppo di deputate di FI, guidate da Stefania Prestigiacomo, hanno tentato un assalto ai banchi del governo.
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Boschi all'attacco: "Votano contro perché la proposta non è loro" - E' intervenuta anche la dem Maria Elena Boschi: "Alla camera Lega e M5s votano contro l'introduzione del reato di revenge porn. E sapete perché? Perché la proposta di legge non è loro, mai visto tanto cinismo giocato sulla pelle delle vittime di un reato così odioso". Le opposizioni contestano le motivazioni addotte dalla relatrice Ascari. Per Mariastella Gelmini (Forza Italia) il Codice rosso senza legge sul revenge porn è "una vittoria mutilata, un bicchiere mezzo pieno". Matteo Orfini, parlamentare del Pd, ha invece parlato di "scelta incomprensibile a fronte di tante vittime e tanto dolore. E purtroppo l'ennesima dimostrazione che chi ha usato il web per alimentare l'odio politico non ha alcuna intenzione di fermarsi".
Da Washington interviene Luigi Di Maio. "Martedi' - ha detto da Washington - si deve votare l'emendamento sul revenge porn, un primo passo per poi passare anche alla legge che abbiamo già depositato in Parlamento. Noi lo votiamo la Lega non so".
La disputa sulla castrazione chimica fa slittare l'ok al ddl - Durante il comitato dei Nove è stato esaminato anche un altro emendamento, presentato dalla Lega a firma di Roberto Turri, capogruppo del Carroccio in commissione Giustizia, per inserire la possibilità di subordinare la sospensione della pena a un trattamento terapeutico o farmacologico inibitorio della libido. Il testo è stato però accantonato. "Noi non prendiamo in giro le donne. Quello della Lega è infatti un emendamento applicabile nei casi in cui è prevista la condizionale. Questo significa che si applica solo a reati minori, dove appunto si prevede la condizionale, come il palpeggiamento ad esempio e non ha senso", hanno sottolineato fonti della maggioranza M5s. E proprio il nodo sulla castrazione chimica ha fatto slittare alla prossima settimana l'ok al ddl "Codice rosso".
Il ministro della Salute Grillo: "Impossibile sì a castrazione" - "Sono ministro della Salute e anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l'integrità psicofisica di una persona". Lo ha detto il ministro alla Salute, Giulia Grillo, riguardo l'emendamento della Lega sulla castrazione chimica. "E' praticamente impossibile che dia parere favorevole - ha aggiunto - lavoriamo sull'inasprimento delle pene, è là, fra virgolette, che dobbiamo castrare certi comportamenti, che sono obbrobriosi".
La replica del vice premier Matteo Salvini non si è lasciata attendere. "È sperimentale volontariamente in tanti Paesi occidentali - ha detto al suo arrivo al carcere di Bollate - Ci sono persone che chiedono di essere messe in condizione di non avere più gli istinti per commettere violenze bestiali e quindi qualcuno studi quello che viene sperimentalmente applicato in altri Paesi"