Il quotidiano sostiene che i pentastellati abbiano sostituito i documenti votati dalla base con un documento differente, all'indomani del voto, ma il partito di Di Maio smentisce con un post Facebook
"Su questa storia dei programmi del Movimento 5 Stelle siamo costretti a smentire "il Foglio", perché la vera truffa è proprio l'articolo che oggi ci accusa di aver modificato i punti programmatici subito dopo il voto delle elezioni politiche". È quanto si legge in un post del M5S di risposta a un articolo che accusa i pentastellati di aver modificato il programma elettorale dopo il 4 marzo, in particolare sulla politica estera e sulla posizione in merito alla Nato.
La replica del M5s - "Andiamo per ordine - prosegue il post . "Il Foglio" scrive che 'fino al 2 febbraio sul sito del M5S c'era un programma, il 7 marzo - tre giorni dopo le elezioni - ce n'era un altro'. Falso. Il programma definitivo è stato pubblicato il 21 febbraio 2018, dopo un'ultima revisione dedicata all'impostazione grafica".
Pubblicando anche i link alle pagine del sito dedicate ai temi elettorali, i Cinquestelle proseguono: "I punti votati dai cittadini sono gli stessi inseriti nel programma. Le versioni precedenti a quelle definitive, pubblicate il 21 febbraio 2018, erano chiaramente versioni provvisorie, sviluppate all'interno di gruppi di lavoro ad aprile dello scorso anno e che poi sono state oggetto di ulteriori modifiche, accogliendo proposte e istanze, fino alla stesura definitiva".
La posizione del Foglio - Nell'articolo pubblicato anche online, il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara portava però diverse prove a corredo della presunta manipolazione del programma: "I venti pdf che componevano il programma votato online – creati materialmente dall’agenzia di comunicazione Web Side Story – sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro su temi mai proposti né votati su Rousseau (Smart nation, Sport, Editoria, Unione europea). Una manipolazione della volontà degli iscritti, una presa in giro degli elettori, una violazione delle regole del partito (democrazia diretta e trasparenza), la negazione della retorica sul cittadino vero “sovrano” e il politico semplice “portavoce”. Per recuperare il vecchio programma basta andare su “Internet Archive” – la più grande biblioteca della rete – e utilizzare la funzione “Wayback Machine”, che consente di risalire alle pagine web modificate o cancellate".