Il membro del governo si è poi scusato, puntualizzando che "non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e chi rimane abbia meno competenze e qualità". Il M5s lo vuole sfiduciare
E' polemica dopo una frase di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, sulla 'fuga' dei giovani all'estero in cerca di un'occupazione. Se in 100mila sono 'scappati' dall’Italia, per Poletti "non è che qui sono rimasti 60 milioni di 'pistola'. Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perchè sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi". Il ministro, sentendosi frainteso, fa poi marcia indietro: "Mi sono espresso male, e me ne scuso". Il M5s, intanto, ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti di Poletti.
Poletti spiega infatti che "non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all'estero, ma che dobbiamo dare loro l'opportunità tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie".
M5s vuole sfiduciare Poletti - Il Movimento Cinque stelle ha depositato alla Camera una mozione di sfiducia, a prima firma Ciprini, nei confronti del ministro del Lavoro. Lo riporta il blog di Beppe Grillo, che lancia l'hashtag #IoSfiducioPoletti. In riferimento alle contestate parole del membro del governo Gentiloni, "questi sono i toni che fanno male all'Italia. Davanti al dramma di 100mila giovani che ogni anno lasciano il nostro Paese per fuggire a Londra o in Australia o chissà dove perché non riesce a trovare un maledetto lavoro che gli permetta di vivere con dignità, il ministro del Lavoro italiano gli dice che è felice di non averlo tra i piedi. Ma che modi sono?" - si legge sul sito.
Ora basta!#IoSfiducioPoletti!
— Movimento 5 Stelle (@Mov5Stelle) 20 dicembre 2016
Ha chiesto scusa? Chi se ne frega!
Chi sta con i giovani voti con noi la sua sfiducia https://t.co/EM99FLy7Be pic.twitter.com/FKqNYdLFkj
Gli esponenti delle minoranze: "Se ne vada lui, non i giovani" - Sono duri i commenti politici sulle frasi del ministro Poletti. Luigi di Maio (M5s) scrive su Twitter: "Giovani umiliati da voucher e insultati da Poletti. Vada via lui, non i giovani". Gli fa eco Stefano Fassina (Sinistra Italiana): "E' vergognoso il giudizio del ministro sui ragazzi e le ragazze che sono costrette a lasciare l'Italia del 'Jobs Act' per trovare un lavoro adeguato e dignitoso. Dopo aver giustificato le elezioni anticipate per evitare i referendum sociali, ora un altro, grave segno di insensibilità democratica e sociale. E' ora che lasci il suo incarico".
Giovani umiliati da voucher e insultati da Poletti. Vada via lui, non i giovani.
— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 19 dicembre 2016
Anche Nichi Vendola commenta negativamente quanto detto da Poletti: "La fuga all'estero di centinaia di migliaia di giovani è un drammatico impoverimento del Paese. Il ministro Poletti dice che va bene se ce li togliamo dai piedi. Penso che andrebbe bene se ci togliessimo lui dai piedi". Dello stesso tenore l'opinione di Annamaria Calabria, deputata di Forza Italia: "Le parole del ministro sono offensive. I nostri giovani connazionali, specie al Sud, che abbandonano la loro terra perché impossibilitati a trovare lavoro qui e decidono di andare a cercarlo all'estero, meritano il massimo rispetto. Le espressioni usate dal ministro ci lasciano davvero basiti".
#Poletti dice che va bene se giovani vanno all'estero così ce li togliamo dai piedi. Andrebbe bene se ci togliessimo dai piedi Poletti....
— Nichi Vendola (@NichiVendola) 19 dicembre 2016