Il governatore del Lazio spinge per un modello di politica e alleanze "che rilancia lo spirito dell'Ulivo, anche a livello nazionale".
© ansa
Nicola Zingaretti alla guida del Pd? Più che un'ipotesi. Il presidente della Regione Lazio annuncia infatti la sua presenza alle primarie del partito. "Io ci sarò e non escludo nulla". Zingaretti rilancia il modello Lazio a livello nazionale. "Abbiamo fatto l'accordo con Liberi e Uguali - spiega - avevamo con noi i sindaci, le liste civiche. E' un modello che rilancia lo spirito dell'Ulivo, anche a livello nazionale".
Sull'intesa con M5s, il governatore del Lazio, in una intervista a Repubblica, è netto: "Restiamo all'opposizione". Il motivo dei 341mila voti presi in più del Pd alle politiche? "Buona amministrazione e rilancio dello spirito dell'Ulivo". E su Renzi spiega: "Un'esperienza che non possiamo liquidare" e lo invita a spingere "verso la rigenerazione".
E proprio questa è la parola chiave: rigenerazione. "La parola rifondazione è un altro deja vu. La mia parola è rigenerazione - dice Zingaretti - non solo del Pd, ma di tutta la sinistra. E senza accordi calati dall'alto, ma aprendo un grande confronto, vero e forte". Poi insiste: "Dobbiamo stare all'opposizione. Non siamo stati noi a deciderlo, ma gli elettori. Chi ha vinto provi a governare. Mi pare che i 5 stelle, in quella che io chiamo la loro istituzionalizzazione, abbiano capito che il vaffa non è un buon metodo di governo: hanno cavalcato la rabbia, vedremo se sanno anche governarla. La destra pensa invece che la rabbia abbia bisogno di un colpevole da punire: il nero, l'immigrato, il diverso. Noi dobbiamo stare all'opposizione per elaborare una proposta rigenerante che torni ad offrire un orizzonte alla rabbia, la trasformi in progetto politico, in una nuova speranza". Su Camera e Senato "si dovrebbero tenere lontane queste nomine dalla trattativa per il governo, evitare accordi sotto banco. Io ho già il mio da fare per la presidenza del Consiglio regionale".