L'Autorità ha comminato la sanzione per "numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste" e il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza nella vendita degli spazi pubblicitari. Il Pd attacca: "Via Salini e i vertici dell'informazione"
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Multa per mancato rispetto del pluralismo e per poca trasparenza nella vendita degli spazi pubblicitari, Pugno duro dell'Agcom che commina un a multa da 1,5 milioni di euro alla Rai e immediatamente il Pd parte all'attacco: "La multa dice cose chiare e gravi. Cambiare e cambiare velocemente è l'unica via", ha affermato invece il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando.
La delibera dell'Autorità è di quelle che lasciano il segno, anche in ragione delle prime motivazioni che trapelano, e per questo suscita "grande stupore" a Viale Mazzini. "La Rai - si legge in una nota dell'azienda - non mancherà di rappresentare nelle opportune sedi la correttezza del proprio operato in coerenza con il ruolo assegnatole dalle leggi, anche da quelle che tutelano l'autonomia dei giornalisti".
Di diverso avviso è stato il Consiglio Agcom, che si e' espresso a maggioranza con il voto contrario del commissario Mario Morcellini e l'astensione del commissario Francesco Posteraro, che hanno ritenuto eccessivo il ricorso a un provvedimento sanzionatorio. Per trovare un precedente analogo bisogna risalire al 2005, quando l'Autorità multò la tv pubblica (e Mediaset) per lo sforamento dei tetti per la raccolta pubblicitaria. L'Autorità fa, però, riferimento a "numerosi episodi riguardanti la programmazione diffusa dalle tre reti generaliste" e sottolinea le violazioni degli obblighi di contratto di servizio per il mancato rispetto dei principi di indipendenza, imparzialità e pluralismo, invitando la tv pubblica a adottare specifiche misure per garantire il rispetto degli obblighi ed evitare il ripetersi delle violazioni in futuro.
Le violazioni - a quanto si apprende - riguarderebbero il Tg2, una puntata sulla Lega de "l'Approdo" di Gad Lerner per carenza di contraddittorio, diversi programmi di intrattenimento, come "La Vita in diretta" e "Unomattina", per carenze nella tutela dei soggetti deboli.
A Viale Mazzini c'e' anche chi vede una manovra opaca, messa in atto a una settimana dal cda del 21 febbraio che dovrebbe varare le nomine alle testate. "Troppe volte - scrive la consigliera di amministrazione Rita Borioni - sono stata costretta a segnalare ai vertici, insieme al collega Lagana', le violazioni, spesso macroscopiche, del pluralismo e dell'imparzialità nell'informazione Rai. Ma i nostri richiami sono stati troppo spesso ignorati".
Barachini: "Vigileremo" - "L'accertamento, da parte dell'Agcom, della violazione dei principi cardine cui deve ispirarsi il servizio pubblico radiotelevisivo e la relativa sanzione comminata alla Rai appare grave e preoccupante. Il rischio di mancato rispetto del pluralismo è stato ripetutamente denunciato dalla commissione di Vigilanza, da ultimo, nell'atto di indirizzo concernente il Piano industriale, ove si sono paventati i pericoli derivanti dall'accentramento delle funzioni editoriali e decisionali previste dal Piano". A sottolinearlo, in una nota, è Alberto Barachini (FI), presidente della bicamerale.
Vendita di pubblicità discriminatoria e non trasparente - L'Autorità ha inoltre accertato, all'unanimità, il mancato rispetto dei principi di non discriminazione e trasparenza, in relazione al pricing effettivamente praticato, dalla concessionaria, nella vendita degli spazi pubblicitari. Di conseguenza, l'Agcom ha diffidato la Rai a cessare immediatamente i comportamenti contestati, anche al fine di consentire ad Agcom la verifica del corretto utilizzo delle risorse pubbliche (canone) e private (pubblicità) per il finanziamento delle attività e della programmazione di servizio pubblico.