Di Maio: "La più grande riparazione è lʼapprovazione in tempi più brevi". Con il voto segreto il governo era stato battuto alla Camera sulla riforma del peculato che non piaceva alla Lega
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Il giorno dopo la battuta d'arresto della maggioranza andata sotto in Aula su un emendamento che riforma il peculato approvato con il voto segreto, il disegno di legge sull'anticorruzione ha ripreso l'iter alla Camera, senza la fiducia sugli emendamenti e stressato dai sospetti incrociati tra Lega e 5 Stelle. L'obiettivo è chiudere la partita giovedì mattina, anche se l'ok definitivo potrebbe slittare tra la fine dell'anno e l'inizio del 2019.
Il testo "verrà approvato alla Camera in terza lettura per la fine di dicembre", ha annunciato il premier Conte. Il Senato ha già fissato le date per l'esame in aula per il prossimo mese. Il tempo di correggere la norma Vitiello e poi si tornerà alla Camera per l'approvazione definitiva. L'approvazione del ddl Anticorruzione entro dicembre 2018 non creerà un ingorgo parlamentare? "Saremo ottimi vigili urbani", fa risposto Conte parlando con i giornalisti in Transatlantico alla Camera.
La sospensione dei lavori - I lavori sono stati sospesi mercoledì mattina: per questo è servita una doppia votazione nell'Aula della Camera. Dopo il primo voto, Emanuele Fiano (Pd) ha fatto notare al presidente Roberto Fico che aveva posto in votazione la sola sospensione dell'esame del ddl Anticorruzione fino alle 13: "Questo non vuol dire che fino ad allora non possiamo fare altro, per esempio passando al prossimo punto all'ordine del giorno".
Bagarre in Aula, Forza Italia a Fico: "Vergogna" - Fico ha provato a tenere il punto e ha riletto la proposta di sospensione. Le opposizioni sono insorte, chiedendo di continuare a lavorare su altri temi. A quel punto, per tagliare la testa al toro, Fico aveva indetto una nuova votazione procedurale per fermare l'Aula fino alle 13, senza concedere la parola a Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) che chiedeva di intervenire sull'ordine dei lavori. E a votazione aperta è scoppiato il caos: Renato Brunetta è sceso dai banchi di gran carriera con il dito puntato verso Fico, mentre i deputati di Forza Italia hanno urlato: "Vergogna".
Di Maio: "La più grande riparazione è l'approvazione in tempi più brevi" - La richiesta del Movimento alla Lega è che, dopo l'incidente di martedì, il provvedimento sia approvato prima di quanto era previsto sia alla Camera sia al Senato. La dead line, secondo quanto riferiscono fonti Cinque Stelle, è il 20 gennaio. Il voto sul peculato, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio nell'assemblea congiunta del M5s, "è stato fatto per affossare il ddl Anticorruzione. E' evidente a tutti che noi non siamo stati perché noi quando abbiamo qualcosa da dire contro lo diciamo pubblicamente e non ci nascondiamo con il voto segreto. Per me la più grande riparazione è l'approvazione in tempi più brevi. La riparazione è vedere a febbraio che i partiti devono rendicontare tutto".
Salvini: "Ok approvazione del ddl senza la norma sul peculato" - L'altro vicepremier, Matteo Salvini, è per l'approvazione del ddl Anticorruzione senza la norma sul peculato su cui la maggioranza è andata sotto alla Camera, nel testo originario. Secondo il leader del Carroccio, la maggioranza terrà: "Non è stato il primo incidente e non sarà l'ultimo". La Lega, martedì in Aula, aveva votato contro il M5s sull'emendamento che ridefinisce in modo restrittivo il peculato.
No alla fiducia, si cerca una soluzione tecnica - La palla è ora in mano ai tecnici che devono trovare una soluzione materiale non facile, dal momento che incombe la sessione di bilancio e la scadenza del decreto Sicurezza. Sembra per ora escluso un maximendamento ma anche la fiducia. Un modo si troverà ma "occorrerà lavorare giorno e notte, anche di sabato se servirà", dicono fonti parlamentari pentastellate. Nessuna ritorsione sul dl Sicurezza, assicurano, ma occorrerà ricompattare la maggioranza e per farlo il primo segnale tangibile sarà la presenza del premier Giuseppe Conte e di Salvini in Aula per sostenere insieme ai ministri 5 Stelle il ddl Anticorruzione.
Accordo M5s-Lega su trasparenza partiti - Durante la pausa della seduta, il comitato dei 18 delle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia ha prodotto un nuovo emendamento che riscrive completamente l'articolo 10 sulle sanzioni ai partiti in materia di trasparenza. La questione era rimasta in sospeso in sede referente tra M5s e Lega, che però nel pomeriggio hanno trovato un accordo. L'opposizione ha protestato definendo "incomprensibile" il testo della proposta di modifica: "Contiene 135 parole e otto incisi. Come un cittadino italiano può misurarsi a comprendere il significato di questo testo? E' incomprensibile come un Parlamento possa sfornare un emendamento di questa natura, inserito in un articolo 10 a spizzichi e bocconi e nessuno ne comprende le ragioni. Non siamo in grado di subemendarlo ma neanche di comprenderlo. Vi chiediamo di scriverlo in italiano", ha detto Franco Vazio, Pd.