L'Authority sottolinea che l'uso improprio delle vetture, oltre ad avere conseguenze penali, "è anche manifestazione di cattiva gestione delle risorse pubbliche"
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Enti e amministrazioni pubblici dovrebbero rendere noto di quante auto di servizio dispongono e di quale tipologia, inserendo dati e numeri sui propri siti istituzionali come atto di "Amministrazione trasparente". L'invito arriva dall'Anac, che è intervenuta con una delibera richiamando le amministrazioni pubbliche a un corretto utilizzo delle auto blu anche attraverso misure ad hoc.
"La pubblicazione di tali dati - afferma l'Anac - contribuisce ad assicurare la conoscenza del modo in cui le risorse pubbliche vengono utilizzate, in linea con il concetto di trasparenza intesa come 'accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all'attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche".
Peculato d'uso L'Authority sottolinea che la condotta di uso improprio dell'auto di servizio "oltre ad essere presidiata da norme penali (ad esempio quelle sul peculato d'uso), è anche manifestazione di cattiva gestione e di uso inappropriato di risorse pubbliche". La legge prevede che l'uso esclusivo delle auto blu sia concesso alle sole autorità politiche e ad alcune categorie di funzionari pubblici individuati con riferimento alla salvaguardia delle esigenze funzionali di servizio e di sicurezza personale.
"L'uso delle auto di servizio - ricorda poi l'Anticorruzione - è concesso per le sole esigenze di servizio del titolare, ivi compresi gli spostamenti verso e dal luogo di lavoro. Sono escluse da tale regime le autovetture protette assegnate alla magistratura ai fini di sicurezza, o a altri soggetti incaricati di funzioni giudiziarie, esposti a pericolo".