Una prima lista

Supermanager pubblici, Manganelli il più ricco

Sul podio anche il Ragioniere generale dello Stato Canzio e Franco Ionta, oltre i 500mila euro

11 Ott 2012 - 14:56
 © LaPresse

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Antonio Manganelli occupa il primo posto del podio nella classifica degli stipendi d'oro dei manager pubblici: con i suoi 621.253 euro è lui il dirigente più pagato della categoria. Il secondo posto va al Ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, che arriva a 562.331 euro, seguito dal Capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria Franco Ionta, con 543.954 euro. Ben fuori dalla top ten il numero uno della Protezione civile Franco Gabrielli.

La top ten dei dirigenti pubblici
In quarta posizione, dopo Manganelli, Canzio e Ionta compare il capo di Gabinetto del ministero dell'Economia Vincenzo Fortunato, che dichiara un reddito di 536.906 euro. La quinta retribuzione più alta è quella del Capo di Stato maggiore della difesa, generale Biagio Ambrate Abrate, con i suoi 482.019 euro, che precede il direttore dei Monopoli di Stato Raffaele Ferrara, con i suoi 481.214,86 euro, il Capo di Stato maggiore dell'Esercito, generale Giuseppe Valotto, con 481.021 euro, e il Capo di Stato maggiore della Marina, Bruno Branciforte, con 481.006,65 euro.

Ex aequo al nono posto ci sono Corrado Calabrò, presidente dell'AgCom, e Giovanni Pitruzzella, numero uno dell'Antitrust, con 475.643 euro. Chiude la top ten, a pochi centesimi di distanza, il presidente dell'Autorità dell'Energia, Pier Paolo Bortoni, che ha ricevuto 475.643 euro.

Fuori dalla top ten il numero uno dell'Arma
Undicesimo è il Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, il generale Leonardo Gallitelli, con 462.642 euro. Dodicesimo Giuseppe Bernardis, Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, con 460.052 euro e tredicesimo il segretario generale della Difesa, Claudio de Bertolis con 471.072 euro. Seguono Giampiero Massolo, Segretario generale del ministero degli Affari esteri (412.560 euro) e i componenti dell'autorità dell'Energia (Valeria Termini, Luigi Carbone, Rocco Colicchio e Alberto Biancardi) con una retribuzione di 396.379 euro.

A soli dieci euro di distanza ci sono i membri dell'Antitrust e dell'AgCom con 396.369,44 euro, seguiti dal direttore generale della Consob, Antonio Rosati, con 395mila euro ("più la gratifica annuale").

Gabrielli a 364mila euro, poi Befera, Giovannini e Mastrapasqua
A distanza, nella lista compare anche il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, che guadagna 364.196 euro l'anno. Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ha uno stipendio pari a 304mila euro, il presidente dell'Istat Enrico Giovannini arriva a 300mila euro e il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua a 216.711,67 euro.

Niente benefit nei redditi resi pubblici
I redditi indicati nell'elenco sono però "nudi". Mancano cioè "i benefit perché noi abbiamo chiesto la retribuzione da contratto", come precisa lo stesso Patroni Griffi spiegando che "le retribuzioni indicate non tengono conto del cumulo di altri incarichi". "Le aggiunte, i cumuli dei vari compensi - spiega - allo stato attuale non li abbiamo ancora e cercheremo di averle. Però nello schema del decreto c'è un articolo che prevede una dichiarazione annuale del dipendente all'amministrazione di appartenenza degli incarichi e delle relative retribuzioni presso altre amministrazioni".

Palazzo Chigi, rispettato tetto Cassazione
La presidenza del Consiglio segnala inoltre che "tra il personale dei ruoli con incarico di struttura" di palazzo Chigi "nessun dipendente supera il tetto del primo presidente della Corte di Cassazione". Dunque, il taglio previsto dal decreto all'esame del Parlamento, per portare gli stipendi al di sotto di 294mila euro, si applicherà eventualmente soltanto al capo della Protezione civile, che supera tale soglia.

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