Ogni deputato avrà più di 50 rubriche a testa, mentre i senatori ne hanno circa 70 ciascuno. Ecco quanto la Casta, in tempo di crisi, continua a spendere
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Gli italiani tirano la cinghia, tra Imu e accise. Ma loro, i parlamentari, ancora spendono e spandono. L'ultima "spesa pazza" è per le loro agendine. Quelle con il logo di Camera e Senato, da regalare urbi et orbi come strenna natalizia. Il bando in questione, per la fornitura di rubriche a Palazzo Madama, pubblicato ieri, è di 950mila euro (più Iva) in due anni.
La cifra si commenta da sé. I soldi del bando "da aggiudicare con il criterio del prezzo più basso" sarà usata per produrre ben 5.200 agende da tavolo e 16.800 di quelle tascabili per i 315 senatori. Praticamente ogni eletto ne avrà a disposizione circa 70 in tutto.
A questo si aggiunge il bando triennale, che si è concluso a dicembre, per produrre le agende degli onorevoli seduti a Montecitorio: oltre 3 milioni di euro (più Iva) per produrre 32.800 agende per i 630 deputati (circa 52 a testa) in tre anni.
Le cifre, rilanciate in prima pagina dal quotidiano Libero, non possono che far indignare i cittadini-elettori a cui ogni giorno vengono chiesti sacrifici per "salvare l'Italia".
Certo non saranno le agendine a salvare i bilanci dello Stato, ma se la "Casta" cominciasse sul serio a ridurre i suoi costi, dando il buon esempio, potrebbe almeno tornare a riconquistarsi più fiducia dai cittadini. E poi ci si lamenta dell'antipolitica.