Decine di commenti a sostegno della consigliera regionale giudicata un "capro espiatorio"
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"Nicole, resisti!". Un fiume di tweet sommerge l'ultimatum di Angelino Alfano a Nicole Minetti. Gli utenti di Twitter, armati di ironia mista a indignazione, criticano la richiesta di dimissioni della consigliera regionale del Pdl. E anche qualche esponente del partito di Berlusconi non nasconde le sue perplessità. Guido Crosetto, deputato Pdl ed ex sottosegretario, cita Manzoni: "Vergin di servo encomio", non me la sento oggi di speculare con codardo oltraggio. Minetti non è un tema politico e non la si può usare".
Poi in un altro tweet spiega: "Gli errori si fanno, si ammettono e si cercano di correggere. Ma lei non è causa di alcun problema, solo di imbarazzo". Certo, non mancano i tweet di sostegno ad Alfano e di sollievo per una richiesta definita meritocratica. Ma prevalgono di gran lunga i cinguettii di chi si schiera con Nicole Minetti "contro l'ipocrisia del Pdl". Perchè "farla dimettere ora è quasi più ingiusto che averla candidata".
E allora c'è chi lo dice con un hashtag: #Nicoleresisti. "Attendiamo di sapere da Alfano perchè la Minetti deve dimettersi e se, con lei, devono dimettersi anche Berlusconi e Formigoni", scrive Diego. "E dell'Utri, e Cosentino?". "Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Si dimetta anche chi l'ha candidata". "È il potere usa-e-getta". Qualcuno paragona la consigliera regionale al Trota altri a Rosi Mauro: "Sacrificano loro e poi è tutto a posto, no? Che vigliacca mediocrità", scrive Stefano.
In rete insomma la consigliera regionale è diventata un capro espiatorio sacrificato sull'altare del nuovo corso del Pdl. Molti infatti ricordano la telefonata di Silvio Berlusconi all'Infedele di Gad Lerner il 25 gennaio 2011: "Minetti è una splendida persona, intelligente, preparata, seria. Svolge un importante, apprezzato lavoro con tutti gli ospiti internazionali della Regione".