Lo scempio della Pisana non ha limiti. Dal 2009 al 2012 i soldi ai gruppi sono passati da 980mila euro a 18 milioni di euro, mentre sono stati tagliati i servizi essenziali: sanità, trasporti, cultura
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Rubavano ai poveri per dare ai ricchi. Dal 2009 al 2012 i soldi che la Regione Lazio ha 'ritagliato' per i gruppi sono passati da 980mila euro a 18 milioni di euro. Tutto a scapito dei cittadini che si sono trovati a stringere sempre più la cinghia: tagliati 2.800 posti dagli ospedali, aumentato del 15% il prezzo dei treni regionali, ridotti i fondi per i trasporti pubblici. Insomma,la Polverini come Robin Hood, ma all'inverso.
Parlano i numeri: nel 2009, sotto il mandato Marrazzo, la cifra destinata a tutti i gruppi della giunta ammontava a 980mila euro; dal 2010, anno in cui si è insediata Renata Polverini, inizia l'escalation del pagamenti. Cifre alla mano: nel 2010 i pagamenti decisi dall'ufficio di presidenza sono 2 milioni di euro, nel 2011 ai trasformano in 13 milioni di euro, nel 2012 arrivano a 18 milioni di euro. Aumenti stellari che si abbattono come una mannaia sulle teste dei cittadini laziali. A fine dicembre 2011 viene votata dalla maggioranza una finanziaria lacrime e sangue: ridotti i fondi per i trasporti pubblici (da 304 milioni di euro a 180 milioni); rincarati del 25% i biglietti dei treni regionali a scapito, ovviamente, dei lavoratori pendolari, tagliati quasi tremila posti dagli ospedali.
E ancora: aumenta il Bollo auto del 10%, l'Irpef si attesta all'1,73%, dalla cultura vengono decurtati 38 milioni di euro. Nella ricostruzione pubblicata dal Messaggero parlano le delibere: il 14 settembre 2010 la delibera numero 90 incrementa i soldi dei gruppi da un milione a 5,4 milioni di euro; il 5 aprile 2011 la delibera numero 33 aggiunge altri 3 milioni di spesa: si arriva a quota 8,4. Ancora pochini a quanto pare. Il 19 luglio 2011 la delibera 86 alza la spesa di latri 3 milioni per arrivare all'8 novembre 2011, alla delibera numero 72: 14 milioni autorizzati per i gruppi. Non bastano. Nel 2012 il consiglio regionale si accorda su quota 18 milioni, mentre si tagliavano i servizi essenziali ai cittadini. Il tutto, si diceva, per far fronte alla politica di rigore chiesta dal governo centrale. Bugie.