L'ex vice presidente del Consiglio regionale lombardo parla in esclusiva a Tgcom24
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"Ho chiesto il rito immediato per essere processato al più presto. Sono sicuro che sarò assolto perché sono totalmente estraneo ai fatti". Così l'ex vice presidente del Consiglio regionale lombardo, Filippo Penati, ospite nello studio di Tgcom24 sulla richiesta di ieri della Procura di Monza di rinviarlo a giudizio con l'accusa di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti.
"Il 23 di gennaio inizierà l’udienza preliminare: considerati i tempi biblici necessari al suo svolgimento ho deciso di saltarla per andare immediatamente al processo".
Penati è impaziente di dimostrare la sua innocenza. "Voglio uscire di casa a testa alta e guardare in faccia tutte le persone". L'ex vice presidente del Consiglio regionale ritorna sulle accuse che gli sono state rivolte in questi 28 mesi di indagini. Parla dei fatti del 2005 e dell'acquisto del 15% di quote della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio a un prezzo ritenuto incongruo quando ancora era Presidente della Provincia di Milano. "Le parole dei miei accusatori non hanno mai trovato un riscontro: non un'intercettazione che dimostrasse il mio coinvolgimento in quel "sistema Sesto" che di fatto non è mai esistito".
Penati non manca poi di affronatare la questione del suo rapporto con il leader Pd Bersani. "Alle primarie voterò per lui. Ho provato molta amarezza quando sono stato sospeso dal partito e cancellato dall'anagrafe del Pd. Nonostante questo considero Bersani una risorsa del Paese. Ci sentiamo via sms ma mai una telefonata. In fondo la vera amicizia dura anche se non ci si sente per tanto tempo".