Ai microfoni di Studio Aperto l'ex premier risponde alla condanna inflitta dai giudici di Milano: "Non si può andare avanti così, dobbiamo fare qualcosa"
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"Ero certo di essere assolto. Questa sentenza è la prova provata che sono vittima di un accanimento giudiziario. E' una condanna politica". Queste le prime parole di Silvio Berlusconi, in diretta a "Studio Aperto", dopo la sentenza di condanna nell'ambito del processo per frode fiscale sui diritti tv Mediaset. "Le motivazioni di questa condanna sono incredibili e intollerabili, non siamo più in una democrazia", ha aggiunto Berlusconi.
"Ero certo di essere assolto questa accusa è fuori dalla realtà, una condanna politica e intollerabile". Così Silvio Berlusconi risponde alle domande di Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto, che per primo ha raccolto la reazione dell'ex premier dopo la condanna del tribunale di Milano.
Questo, dice ancora Berlusconi, è una "conferma dell'accanimento giudiziario nei miei confronti". Secondo il leader del Pdl, il tribunale di Milano lo associa a dei personaggi che "in almeno un caso non ho mai conosciuto. Se fossi stato loro socio sarei venuto a conoscenza della tangente da 15 milioni di euro che si erano intascati i manager dell'ufficio acquisti e li avrei licenziati".
"Sono politici i tanti processi inventati contro di me", aggiunge Berlusconi che fa poi i conti degli ultimi 18 anni: "Mille magistrati contro di me, 188 perquisizioni, 2666 udienze in 18 anni con più 400 milioni di euro di parcelle per avvocati".
Dobbiamo fare qualcosa, non si può andare avanti così
I maligni, ha domandato il direttore Toti, potrebbero fare una connessione col suo passo indietro. "Nessuna connessione - ha replicato Berlusconi -, io e miei avvocati ritenevamo impossibile la condanna. Le motivazioni sono fuori dalla realtà. Non si può andare avanti così, siamo un paese incivile se non si possono avere giudici imparziali". "Dobbiamo fare qualcosa: quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici in un Paese questo Paese diventa incivile, barbaro e invivibile e cessa anche di essere una democrazia. E' triste ma oggi il nostro Paese è così", ha concluso Berlusconi.