ultimatum al governo

Tagli Province, gli enti locali ricorrono ai Tare minacciano: stop ai riscaldamenti nelle scuole

L'iniziativa per "protestare contro la riduzione di 500 milioni decisi con la spending review", spiega Antonio Saitta, neopresidente dell'Unione province italiane. La replica del ministro Patroni Griffi: "Saitta abbia un comportamento più consono"

08 Nov 2012 - 15:29
 ©  Afp

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Drastica presa di posizione delle Province italiane che decideranno a breve "la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole". Lo ha annunciato il presidente dell'Unione delle province italiane, Antonio Saitta, spiegando che l'iniziativa "prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni per gli enti locali stabiliti con la spending review". Le Province ricorreranno ai Tar contro i tagli decisi dal governo.

"Di conseguenza aumenteranno anche le vacanze per gli studenti", ha ricordato Saitta. "Il governo è ingrato e decisioni come queste debbono essere ben spiegate agli studenti e ai loro genitori", ha aggiunto. "Bisogna spiegare soprattutto che il governo non ha il coraggio di fare una spending review su se stesso e che, tra l'altro, siamo pronti anche - ha sottolineato - ad interrompere i lavori di manutenzione nelle scuole. E quando qualche procuratore della Repubblica ci dirà che i lavori debbono essere terminati, noi opporremo un netto rifiuto, visto che le risorse non ci sono più".

Di questo "informeremo il Consiglio superiore della magistratura e chiederemo se dobbiamo rispettare i programmi per il controllo delle scuole o se invece dobbiamo dare retta ai tagli imposti dal governo con la spending review. Stessa richiesta - ha aggiunto - la faremo alla Corte dei Conti, anche relativamente ai numerosissimi decreti ingiuntivi che in questi giorni stanno arrivando agli Enti da parte delle imprese, che ammontano nel complesso a circa 2,8 miliardi di euro".

"Ora scontro con le istituzioni"
"Ora bisogna dire basta. Bisogna aprire uno scontro con gli organi dello Stato: quando vediamo che le lobby si organizzano e vengono ricevute e noi che siamo un pezzo dello Stato no, ciò significa che dobbiamo alzare il tono", ha dichiarato Saitta davanti alla platea degli amministratori delle Province e del direttivo dell'Upi.

"Credo che, in questa situazione, dobbiamo assumere un'iniziativa comune in tutte le Province - ha proseguito - per far capire alle classi dirigenti cosa vuol dire il taglio di 500 milioni per il 2012 e di 1,2 miliardi per il 2013. I 500 milioni di euro di taglio sul 2012 non sono sopportabili".

"Faremo ricorso ai Tar contro i tagli"
"Tutte le Province italiane faranno ricorso ai Tar contro i tagli", ha poi annunciato il presidente dell'Upi, spiegando che "si tratta di una decisione non più rinviabile".

Patroni Griffi: "Da Saitta un comportamento più consono"
"Al neopresidente dell'Upi, Antonio Saitta, faccio i complimenti per il nuovo incarico e soprattutto gli auguro di avere un comportamento più consono all'istituzione che rappresenta". E' la replica del ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi alle dure minacce da parte degli enti locali.

Fabio Melilli a Tgcom24:  "In Italia non c’è una Provincia in grado di approvare il bilancio 2013"
"Sulla questione tagli è intervenuto il presidente della Provincia di Rieti Fabio Melilli in diretta su Tgcom24: "Non si riesce a capire che quello che si è fatto ai bilanci delle Province le rende inutili. In Italia non c’è una Provincia in grado di approvare il bilancio 2013, questo non è un sindacalismo di maniera è dura realtà. Speriamo che il governo faccia quello che ha fatto coi Comuni, speriamo che possa comprendere". 

Sulla natura dei tagli aggiunge: "Si è fatto credere che la spending review abbia tagliato gli sprechi, in realtà sono lineari come quelli fatti da Berlusconi. Il fatto che Grilli ci voglia incontrare è positivo. Saitta oggi ha parlato di taglio del riscaldamento delle scuole per far capire di cosa stiamo parlando. Abbiamo il problema di spiegare ai cittadini che il taglio che avverrà sui servizi non è responsabilità nostra. Noi dobbiamo eliminare il potere e non spostarlo da una parte all’altra”

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