Mario Giordano su Libero
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Avrei una modesta proposta da fare: nell’attesa di intervenire più seriamente sui vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali, non potremmo cominciare a evitare che qualcuno ne prenda due? Mi spiego: ci sono in Italia circa 200 superfortunati (tra poco faremo anche qualche nome e cognome) che assommano la pensione da ex parlamentare con quella da ex consigliere regionale. Voi capirete che se un singolo privilegio è giù di per sé insopportabile, un doppio privilegio è decisamente troppo: il 77 per cento dei pensionati italiani, ci racconta l’Inps, dopo aver versato contributi per un’intera vita di lavoro incassa meno di 1000 euro al mese. Possibile che ci siano signori che solo per aver fatto politica per qualche anno incassino senza batter ciglio oltre 17mila euro al mese (8mila come ex parlamentare e 9mila come ex consigliere regionale)? E se anziché 17mila ne dovessero incassare solo 9mila sarebbe forse una tragedia? Un sacrificio insopportabile?
A me pare che a tutti gli italiani si stiano chiedendo, in questi giorni, sacrifici molto più duri. E dunque sosterrei una proposta assai semplice (l’ho sentita sussurrare a Matteo Renzi, ma dovrebbe diventare patrimonio comune): siccome non si può avere più di una vita, non si può avere nemmeno più di un vitalizio. Dal 1 gennaio 2013, dunque, i 200 superprivilegiati col doppio assegno dovranno rinunciare a uno dei due. Prendiamo il signor Paris Dell’Unto, ex macchina da voti del Psi laziale: s’intasca 8.455 euro come ex parlamentare e 9.000 euro come ex consigliere regionale. In totale 17.455 euro. Perché, in nome del bene comune, non può sacrificare uno dei due assegni? Così il banchiere Giuseppe Guzzetti, presidente delle Casse di Risparmio, che prende 8.000 euro come ex consigliere regionale e 4.725 come ex parlamentare: con un solo vitalizio, sommato al giusto reddito della sua attività, non riuscirebbe forse ad arrivare alla fine del mese? E Giulio Maceratini? Prende 9.947 euro come ex parlamentare e 5.610 come ex consigliere del Lazio: farebbe forse fatica a comprarsi pane e latte rinunciando a una delle due pensioni?
L’elenco dei doppiamente privilegiati è ricco. Fra loro c’è anche, pensate un po’, Mario Capanna: prende 5mila euro come ex consigliere regionale della Lombardia e 4.725 euro come ex parlamentare. Nel Sessantotto voleva la rivoluzione, avrà forse problemi adesso a sostenere un moderato principio di giustizia sociale? E Elio Veltri? Non è forse un paladino della lotta ai privilegi? Perché allora incamera ben due vitalizi (4.000 euro come ex consigliere regionale della Lombardia, 3.108 come ex parlamentare?). E lo stesso si può dire di Nicola Mancino (9.947 euro come ex parlamentare più il vitalizio come ex consigliere regionale della Campania), Antonio Bassolino, Pietro Bassetti (3.978 euro come ex parlamentare e 4.000 euro come ex consigliere regionale della Lombardia), Alfredo Vito (4.800 euro come ex parlamentare e 3.600 euro come ex consigliere regionale della Campania), Mariotto Segni (9.947 euro come ex parlamentare e l’assegno da ex consigliere regionale della Sardegna). C’è persino chi, come Giovanni Russo Spena, di pensioni ne prende tre: da ex professore universitario, da ex consigliere regionale della Campania (3mila euro) e da ex parlamentare (4725 euro), in tutto oltre 11mila euro al mese. Chissà che ne dice la figlia, che è stata una delle leader degli indignados anti-casta…
So già qual è l’obiezione a questa mia modesta proposta: i diritti acquisiti non si toccano. Ma chi l’ha detto? E soprattutto: come può definirsi “diritto” quello di avere due pensioni privilegiate mentre gli italiani faticano ad averne una striminzita? Non va dimenticato, infatti, che le rendite da ex parlamentari e ex consiglieri regionali sono esageratamente più alte rispetto ai contributi versati e dunque vengono pagate con il denaro offerto dalla collettività. Ora: vi pare giusto che, mentre si chiedono sacrifici a tutti, la collettività debba aiutare i signori Paris dell’Unto, Mario Capanna o Giuseppe Guzzetti ad avere un doppio assegno a fine mese? Come Libero sta puntualmente raccontando da giorni lo Stato non si fa problemi a chiedere, a persone che hanno regolarmente pagato contributi tutta la vita, cifre enormi per i “ricongiungimenti”. Ci sono, cioè, onesti italiani che solo per il fatto di aver cambiato lavoro devono versare 100mila, 200mila anche 300mila euro in più altrimenti non vedranno un euro a fine mese. E Giulio Maceratini, invece, solo per aver fatto il lavoro (si fa per dire) di parlamentare e consigliere regionale, può prendere impunemente due vitalizi per un totale di 16mila euro al mese? E Pietro Bassetti , Antonio Bassolino e Mariotto Segni? Perché devono avere due assegni da privilegiati? Non ne basta uno? Perché? Dicono sempre che siamo capaci solo di far proteste e non proposte, ecco: questa è una proposta concreta. La accettino subito, non se la lascino scappare. E’ fin troppo conveniente per loro.