Il cavaliere ridiscende in campo ufficialmente e il partito si appresta a "concordare" con Napolitano gli ultimi adempimenti prima del voto
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"Silvio Berlusconi si ricandiderà alle prossime elezioni". Lo ha annunciato il segretario del partito, Angelino Alfano, aggiungendo che "le primarie del Pdl non ci saranno". Sulla crisi del governo Monti, Alfano ha detto che domani alle 10:30 si recherà in visita al Quirinale per riferire sulla vicenda.
Alle 10.30 incontro con Napolitano
"Domani (venerdì ndr) alle 10.30 andrò dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano" per riferire sulle scelte del Pdl, che potrebbero portare a una crisi di governo. E' l'annuncio di Alfano che ha spiegato come l'astensione del Pdl sulla fiducia alla Camera e al Senato "è un segnale chiaro nei confronti del governo che così le cose dell'economia non ci piace come vanno". Al contempo, è "una scelta di responsabilità", perché il Pdl non ha votato contro il governo.
La legge di Stabilità passerà
Il Pdl voterà la legge di Stabilità, lo ha assicurato il segretario, Angelino Alfano, che ha aggiunto: "Noi abbiamo sempre detto che non vogliamo far precipitare il Paese in un esercizio provvisorio". Quindi "la legge di Stabilità non è a repentaglio".
Incandidabilità non riguarda Berlusconi
"L'approvazione del provvedimento sulla incandidabilità nasce dall'attuazione di una legge il cui primo firmatario è il sottoscritto. Questa legge prevedeva una delega che oggi è stata attuata. Non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere il decreto incandidabilità e non vi è alcun nesso con il nostro presidente, che è colui il quale ha voluto questo ddl, e che ha la certezza di essere assolto", perché "non ha nulla a vedere con i processi che lo interessano. Siamo certi che sara assolto e che quei processi sono privi di fondamento". Lo ha sottolineato Angelino Alfano, segretario del Pdl, in conferenza stampa alla Camera.
"Monti ci ha delusi su giustizia ed economia"
"Il governo non ha rispettato gli impegni in materia di giustizia", ha aggiunto Alfano. "Abbiamo una grave preoccupazione anche per la situazione economica del Paese. Questo Governo era nato tredici mesi fa per un gesto di responsabilità del governo Berlusconi, dopo tredici mesi le cose vanno peggio e quindi abbiamo preso la decisione di assumere un bilancio definitivo di questa esperienza". Il segretario Pdl espone così il "disagio" espresso in Parlamento attraverso il non-voto alla fiducia su due diversi provvedimenti. "E' un segnale chiaro - aggiunge - nei confronti del governo, per dire che non ci piace piace come stanno andando le cose nel Paese e per il peggioramento dei dati fondamentali dell'economia".