Da quando il comico ligure preferisce la politica alla satira, non c'è suo intervento che non scateni lo scontro e le repliche. Ecco le sue uscite più infelici e forti
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Da comico a capo-popolo. O meglio, a ispiratore e nume tutelare del Movimento a Cinque Stelle. Non c'è giorno che Beppe Grillo non esterni il suo pensiero sul suo blog o nelle rarissime interviste o uscite televisive. Ecco le dichiarazioni che riassumono il suo pensiero sui temi caldi del dibattito politico: euro, crisi, lotta all'evasione, governo Monti, partecipazione, media, politica internazionale e talk-show.
Appello al Pd, lanciato dal V-Day di Torino del 25 aprile 2008:
"Copiate il nostro programma, ve lo regalo".
Sulla classe politica, post del 22 gennaio 2008 sul suo blog:
“I politici sono i maggiordomi dell’economia parassitaria o mafiosa o della combinazione della prima con la seconda. I padroni ordinano e loro eseguono. Il fuoco di copertura delle loro azioni è compirto dei media, che rispondono comunque agli stessi padroni. Il cittadino può decidere solo in base alle informazioni di cui dispone. Va quindi tenuto in coma assistito”.
Sui media, post del 22 gennaio 2008 sul suo blog:
“I media sono l’anello di congiunzione tra i politici e l’economia. Senza il sostegno dei media il politico non sarebbe eletto. Senza le menzogne dei media i politici non potrebbero agire indisturbati”.
Su elezioni, 22 gennaio 2008:
“Il ritorno al voto con la legge elettorale porcata è un insulto agli italiani. Votare in questo caso non avrà alcun senso. Si votino da soli. Guadagneranno forse ancora del tempo, ma il loro tempo sta per finire”.
Sull'Iran, intervista al "Corriere della Sera" del 25 giugno 2012:
"La donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo"
Contro i giornalisti, post del 31 dicembre 2011 sul suo blog:
“Bisogna cominciare a vedere chi è il nemico: nel V-Day scorso non si sono incazzati tanto i politici, ma i giornalisti, questa casta di gente, la vera casta che c’è in Italia. Ve ne siete accorti, no? Migliaia di schiavi vergognosi, messi lì a pecorina, a 90°. Una cosa indegna. Si somigliano tutti. Riotta è uguale a Mimun che è uguale a Belpietro che è uguale a Giordano che è uguale a Fede. Si distinguono le élite di questi grandi maggiordomi [...] Parliamo di Scalfari, di Pansa, di Romano, di questi sarcofaghi dell’informazione che scrivono lenzuolate di giornali che nessuno legge. [...] E’ una poltiglia doce si sono mischiate imprenditoria, politica, mafia e media. [...] L’unico modo di far cambiare veramente tutto questo Paese, secondo il mio punto di vista, prima che diventi pazzo del tutto, è battere dove c’è la ragione della democrazia: l’informazione. Scomparsi i grandi giornalisti come Biagi, Montanelli e altri, non ci rimane più nulla”.
Su Equitalia, post del 1° gennaio 2012 sul suo blog:
"La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio un senso lo ha, distrarre gli italiani e trasformarli in tifosi". su equitalia: "Non basta condannare la violenza, ne vanno capiti i motivi".:
"Continuano gli attentati contro gli uffici di Equitalia, nelle ultime ore sono avvenuti a Foggia e Modena. Si può dire tranquillamente che stiano per sostituire i tradizionali botti di San Silvestro con la differenza però che durano tutto l'anno. Se Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze. Un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano. Se non paga l'ingiunzione "entro e non oltre" non sa più cosa può succedergli. Non c'è umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza."
Sulla cittadinanza agli stranieri, post del 23 gennaio 2012 sul suo blog:
"La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio un senso lo ha, distrarre gli italiani e trasformarli in tifosi". su equitalia: "Non basta condannare la violenza, ne vanno capiti i motivi".
Sulla mafia, da Palermo 29 aprile 2012:
"La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un'altra mafia che strangola la propria vittima".
Sulla bomba alla scuola di Brindisi, post del 19 maggio 2012 sul suo blog:
"Gli italiani lo pensano e io lo dico: da tempo ci si aspettava una bomba come questa, era nell'aria elettrica come prima di un temporale".
Antipolitica? No, grazie. Nell’intervista su “Sette” del 1° giugno 2012 si difende così:
“E’ un’accusa così insensata che non vuol dire niente. Tutto è politica. Cosa mangia. Come ti sposti. Come fai la spesa. Cosa vuol dire ‘antipolitica’? Come posso offendermi per un’offesa che non vuol dire niente? Io non sono antipolitico, sono contro i partiti”.
Sul M5S, nell'intervista a Gian Antonio Stella publicata su “Sette” del 1° giugno 2012:
“Probabilmente saremo l’unica opposizione a un governo con dentro tutti. Banchieri, finanzieri, Confindustria, vecchi partiti, Montezemolo. Chi lo sa. Noi abbiamo una visione completamente diversa dal Pd e dal ‘Pdmenoelle’”. E ancora: “Noi ci siamo limitati a fare entrare un sacco di ragazzi giovani e puliti. Che hanno dietro i più bravi consulenti della rete. Fiscalisti, urbanisti, geologi. Tutta gente che si mette a disposizione gratuitamente. Con un entusiasmo che gli altri se lo sognano. Questo volontariato dei cittadini, questo spirito civico è meraviglioso. Stiamo riempiendo un vuoto con dei cittadini incensurati, entusiasti e pieni di volontà. Vuoto che negli altri Paesi stanno riempiendo gli estremisti. Guarda in Grecia, quei nazisti di ‘Alba Dorata’ o pioggia dorata, come diavolo si chiamano. Guarda in Ungheria. Guarda la Marine Le Pen in Francia. Guarda tutte le altre parti. Quando c’è un vuoto di potere crescono gli ‘Eia eia alalà!’. Noi non siamo quella roba là. Siamo un movimento di cittadini che vuole fare politica in maniera diversa. [...] Siamo l’ultima chance per l’Italia. Lo dico seriamente. L’ultima chance per la democrazia”.
Sulle parolacce spesso usate nei suoi monologhi, ancora nell'intervista a Gian Antonio Stella publicata su “Sette” del 1° giugno 2012:
“Ma quello è teatro. Teatro! Ma poi, l’avete ma vista una seduta parlamentare? risse, parolacce, cappi, lacci di mortadelle. Io sono un gentleman, in confronto. Dico sul serio: sono un gentleman in confronto a tanti politici che in questi anni ne hanno dette di tutti i colori. Mi fa ridere che accusino me. E la gente lo sa. Io snoo un Lord, in confronto. Sono Lord Brummell”.
Su Tav, intervista a Marco Travaglio comparsa sul "Fatto quotidiano", 13 giugno 2012:
Alla domanda: “Chiunque governi, non ma ha mai un euro in cassa. Voi che fareste?” risponde:
“Si studia quel cheserve e quel che non serve. La Tav Torino-Lione non serve, via: si risparmiano 20 miliardi. I cacciabombardierei non servono, via: si risparmiano 15 miliardi. Le province non servono, via: altri miliardi risparmiati. Le pensioni non devono superare i 3mila euro netti al mese, tanto se guadagnavi milioni qualcosa da parte avrai messo, no? Altro che ‘spending review’”.
Su Europa, intervista a Marco Travaglio comparsa sul "Fatto quotidiano", 13 giugno 2012:
Alla domanda “ Referendum anche per uscire dall’Europa?” risponde: “Ma qui c’è una grande mistificazione. io mica ho detto questo: me l’hanno fatto dire per spaventare la gente. Intanto uscire dall’euro non significa uscire dall’Europa: ci sono fior di paesi che stanno in Europa e non hanno l’euro”.
Sui talk-show televisivi, post del 31 ottobre 2012 sul suo blog:
"Il punto G, quello che ti dà l'orgasmo nei salotti dei talk show. L'atteso quarto d'ora di celebrità di Andy Warhol. A casa gli amici, i parenti applaudono commossi nel condividere l'emozione di un'effimera celebrità, sorridenti, beati della tua giusta e finalmente raggiunta visibilità. Seduto in poltroncine a schiera, accomunato ai falsari della verità, agli imbonitori di partito, ai diffamatori di professione, devastato dagli applausi a comando di claque prezzolate. Soggetto, bersaglio consapevole ben pettinato alla bisogna che porge il lato migliore del proprio profilo alla morbosa attenzione di cameraman che ti inquadrano implacabili se annuisci quando enuncia le sue soluzioni un qualunquemente stronzo. Lì, in una gabbia di un circo, come su un trespolo, muto per ore, povera presenza rituale di cui si vuole solo lo scalpo, macellato come un agnello masochista, rispondi per i quattro minuti che ti sono concessi a domande preconfezionate poste da manichini al servizio dei partiti. Pretoriani dell'informazione il cui unico compito è perpetuare l'esistenza del Sistema attraverso l'ultimo strumento di mesmerismo mediatico rimastogli: la televisione. Lo share del programma aumenta, tutto merito tuo, trattato e esibito come un trofeo, come un alieno, una bestia rara e, contemporaneamente diminuisce il consenso per il Movimento a cui appartieni o dici di appartenere".
Sul governo Monti, post del 9 dicembre 2012 sul suo blog:
"L'immagine del montismo che rimarrà nella memoria degli italiani sarà la foto pubblicata su Twitter con Casini, Bersani e Alfano seduti nelle poltrone di velluto di palazzo Chigi, sorridenti a sorseggiare il té con Monti allampanato e orgoglioso alle loro spalle. "Guardateci", sembravano dire "Noi siamo noi e voi non siete un cazzo".
"Con me o contro di me", post dell'11 dicembre 2012 sul suo blog:
"Se c'è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento. Noi dobbiamo avere una forza unita per arrivare a fare un risultato che mai potevamo aspettarci di avere. Abbiamo poco tempo e le nostre forze devono essere indirizzate su queste cose, sulle cose reali, sul Programma, su quello che porteremo avanti, sulla campagna che ci aspetta. All'ultimo sangue. Siamo in una guerra. Siamo con l'elmetto, così come siamo partiti. Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori".