Sciolta la riserva: il leader del Pd dovrà "verificare un sostegno parlamentare certo a un governo che abbia la fiducia delle Camere". Berlusconi: "Senza di noi nessuna maggioranza"
© Ansa
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha scelto Pier Luigi Bersani. Al segretario del Pd, il Capo dello Stato ha dato l'incarico, o forse è meglio definirlo "pre-incarico", di "verificare l'esistenza di un sostegno parlamentare certo" al suo progetto politico e poi "riferire appena possibile". L'obiettivo è un governo in tempi veloci, senza lentezze, e possibilmente stabile per le riforme istituzionali.
E' stato lo stesso Napolitano ad annunciare la sua decisione. Il Capo dello Stato ha voluto spiegare personalmente ai giornalisti le motivazioni dell'incarico, solitamente lette dal segretario generale della Presidenza della Repubblica. Solo dopo il suo lungo intervento, davanti ai giornalisti si è presentato Bersani.
Consultazioni anche con le parti sociali - Le consultazioni di Bersani dovrebbero iniziare già sabato. Il leader del Pd sa che il sentiero, per trovare i "numeri certi" che il Colle chiede entro metà della prossima settimana, resta strettissimo. Ma il premier incaricato non dispera e avvia le consultazioni, prima con le parti sociali e da lunedì con tutti i partiti, per convincere sui programmi e sui nomi di un possibile esecutivo che serve "un governo del cambiamento".
Dialogo sulle emergenze da affrontare - "Mi prendo il tempo necessario, è una situazione difficile", ammette il premier incaricato. E siccome la matematica non è un'opinione, il rebus davanti al quale si trova il segretario Pd è decidere se tirare dritto su una strategia di convincimento del M5S, che finora non ha dato frutti, o aprire un dialogo anche con il centrodestra. La via del governissimo per Bersani, e per una buona fetta del partito, non esiste ma altro discorso è trovare una condivisione sulle emergenze da affrontare che convincano la Lega e magari anche il Pdl a concedere una fiducia tecnica, lasciando l'Aula del Senato al momento del voto.
Berlusconi: "Senza il Pdl nessuna maggioranza" - E proprio su questo è intervenuto il leader del Pdl, Silvio Berlusconi. "Senza il nostro appoggio - ha detto - non può esserci una maggioranza ed un governo a guida Pier Luigi Bersani". La linea di Berlusconi non cambia: "Da parte nostra non c'è nessuna preclusione a riconoscere che sia il segretario del Pd a sedere sulla poltrona di palazzo Chigi, quello che ci interessa è capire che tipo di programma si intende realizzare". A ciò si aggiunge l'altra partita in cui Berlusconi vuole essere assolutamente protagonista: l'elezione del futuro capo dello Stato.
Renzi: "Difficile dare torto a Berlusconi" - Una dichiarazione, quella di Berlusconi, che non sorprende nelle fila del Pd. "E' difficile dar torto a Berlusconi quando dice 'deve parlare con noi'. In Parlamento ci sono tre minoranze. E' evidente che due si devono mettere insieme", commenta Matteo Renzi, sindaco di Firenze. "Speriamo che Bersani ce la faccia, io tifo per lui. La strada è stretta, stai 20 giorni a dire aspettiamo Grillo e Grillo dice no, la strada è ancora più stretta".