Il leader del Pdl apre un governo a guida Pd a condizione che il vice sia Alfano. Secca replica del premier incaricato: "Siamo al dunque, ora servono discorsi seri"
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Silvio Berlusconi mette le carte in tavola per la formazione del governo: sì a Bersani premier a patto che suo vice sia il segretario Pdl, Angelino Alfano. Il leader del Pd replica: "Berlusconi non può farmi guerra al mattino e abbracciarmi al pomeriggio". Del resto il premier incaricato sa bene che la nascita dell'esecutivo a sua guida non può prescindere da una partita al Colle che coinvolga anche il Pdl. Così sfodera una rosa di cattolici sui quali potrebbe aprirsi una trattativa: Franco Marini, Sergio Mattarella e Pierluigi Castagnetti.
Nomi che, stando alle indiscrezioni di Repubblica, raccoglierebbero molti consensi bipartisan. Tre autorevoli ex parlamentari, tutti con incarichi di prestigio alle spalle con un tratto in comune: la matrice cattolica che dia comunque il segno della discontinuità. In questo modo, questo l'auspicio dei democratici, il Pdl si sentirebbe coinvolto e,allo stesso tempo, il Movimento di Grillo si troverebbe con le spalle al muro come avvenuto per i presidenti di Camera e Senato. Tra i candidati ben visti dal Pdl, anche se meno papabili, non può mancare ovviamente Gianni Letta, da sempre il nome ideale al Quirinale del Cavaliere. Ma anche Lamberto Dini e Giuliano Amato sarebbero ben visti dai piddiellini. Oppure, da ultimo, si potrebbe giocare la carta degli outsiders della società civile: Gustavo Zaglebresky, Stefano Rodotà e Emma Bonino. Il 12 aprile, da calendario, è la data dell'avvio delle votazioni in Parlamento per il presidente della Repubblica. Potrebbero esserci degli slittamenti a causa delle elezioni in Friuli del 21 aprile, ma in ogni caso il termine ultimo è il 15 maggio: il giorno in cui il settennato di Napolitano scadrà ufficialmente.