Dalle verifiche della guardia di finanza risulta che qualcuno, con i soldi pubblici, si sia comprato addirittura un giogo per i buoi
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C'è chi ha fatto acquisti da Cartier e chi si è pagato la massaggiatrice, chi la seduta al solarium e chi ci ha comprato i libri di scuola per i figli. E c'è anche chi, con i soldi pubblici del Consiglio regionale piemontese, si è procurato un giogo per i buoi. Così dalla Procura di Torino sono partiti 52 inviti a comparire, per chiarire come e perché per queste spese non esattamente "politiche" siano stati usati i fondi dei gruppi consiliari.
L'elenco degli indagati comprende quasi tutti i consiglieri, 52 su 60: per qualcuno le spese contestate sono pochi spiccioli, per altri si cresce fino a raggiungere una somma complessiva di oltre un milione di euro. Non si salva nemmeno il Movimento 5 Stelle: ci sono buoni benzina, ristoranti e biglietti del treno (anche per raggiungere i luoghi delle manifestazioni No Tav, dicono gli inquirenti).
Il capogruppo, Davide Bono, risponde di 619 euro per spese legate alla propria attività e 3.905 euro per i collaboratori. Il suo ex compagno di banco Fabrizio Biolè, ora nel Gruppo Misto, ne ha per settemila euro: "E' stato un errore contabile. Quando me ne sono accorto ho restituito la somma al gruppo", spiega lui.
Nella lista compaiono i nomi dell'attuale presidente della giunta, il leghista Roberto Cota, indagato per peculato, e del suo predecessore di centrosinistra, Mercedes Bresso, ora consigliere, per la quale si ipotizza il finanziamento illecito ai partiti: due fatture per materiali che secondo la Procura è servito per la campagna elettorale. "No, erano per la pre-campagna - puntualizza la Bresso - e dopo le elezioni li abbiamo acquisiti per il gruppo e riutilizzati". "Mi sono già recato spontaneamente dai magistrati - sottolinea Cota dal canto suo - e ho chiarito la mia posizione. Non un euro è finito nel mio conto corrente".
Spulciando ricevute e scontrini dei vari gruppi, però, i finanzieri hanno trovato spese quanto meno bizzarre: oltre al giogo da bue (comprato da un leghista), ci sono il catering per un battesimo, il cambio di un set di pneumatici, un frigorifero, calze di lusso, borse di Vuitton ed Hermes, panettoni, spumanti. Il "recordman" è un consigliere che da solo raggiunge quota centomila euro.
Cifre certo lontane da quelle emerse in altre regioni italiane, ma comunque sufficienti per spingere Roberto Placido (Pd), vicepresidente del consiglio, uno dei pochi non raggiunti dall'avviso di garanzia, a invocare nuove elezioni subito: "E' una giornata triste, terribile e infausta per il Piemonte", dice. ma Aldo Reschigna, capogruppo del Pd, spiega come "a nessuno di noi è contestato l'uso di fondi a scopi personali: si tratta di spese per le missioni. A me sono addebitati 2.400 euro, più circa settemila per il gruppo di cui sono responsabile".