La leader democratica dimissionaria: "Ho grande stima per lui, ma non è certo questo il momento"
© LaPresse
Rosy Bindi, presidente dimissionario del Partito democratico, interviene sull'ipotesi di Enrico Letta a Palazzo Chigi. "Ho grande stima di Enrico Letta e credo che sarebbe molto capace, ma non è certo questo il momento", afferma l'esponente democratica. Sul governo, la Bindi insiste poi: "Noi non abbiamo scelto la linea delle larghe intese e credo che sia una strada da non perseguire neanche adesso".
''Sono stati giorni molto difficili ed amari - ha commentato la Bindi, intervistata da Sky -. Ed in un momento in cui il Paese ha problemi gravi i partiti ed il Parlamento non dovevano dare questo spettacolo. Sabato è stato un giorno bello perché grazie alla disponibilità e alla generosità di Giorgio Napolitano abbiamo un Presidente della Repubblica eletto con tanti voti, che il popolo ama e che saprà aiutarci ad uscire da questa fase difficile amato e condiviso. Indubbiamente il nostro partito ha dato una cattiva prova di sé''.
Un riferimento, questo, anche alle votazioni di Marini e Prodi che hanno visto il Pd sostanzialmente autoaffondarsi: "Quei 101 franchi tiratori, giustamente definiti da Bersani traditori, non hanno la consapevolezza di cosa voglia dire fare i parlamentari - ha considerato l'ex president - . Una delle responsabilità della segreteria è stata proprio questa: rinnovare una classe dirigente significa formarla, non fare solo un'operazione di immagine con primarie di due giorni. La Moretti e il suo mancato voto ne sono un esempio lampante, anche se non voglio personalizzare".
La nota del Pd: "Bersani non piange" - In un momento delicatissimo per il partito e per il suo ormai ex-segretario, l'ufficio stampa del Pd ha ritenuto opportuno specificare che Bersani, a Montecitorio, non ha ceduto alle lacrime, come ampiamente documentato da molte immagini: "'Ieri non c'è stato nessun pianto di Bersani in aula come invece è stato riportato da alcuni siti e dai giornali. Non si capisce come sia stato possibile scambiare un gesto per un pianto''.
Prodi: "Ora mi tolgo in punta di piedi" - Dopo essere stato a un soffio dal Quirinale, Romano Prodi commenta: "Credo che la cosa migliore sia che io esca in punta di piedi, ora si apre un'altra fase". Rientrato dal Mali, Prodi ha ripreso le sue abitudini domenicali: la Messa con i famigliari, l'aperitivo prima del pranzo a casa e una breve passeggiata nel centro di Bologna. Qui, molte persone gli hanno manifestato il loro rammarico per la sua mancata elezione a Capo dello Stato.
Marini: "Fatti volgari e ingiusti" - Quanto accaduto è "più che inaccettabile", è stato "volgare e ingiusto". Lo ha detto Franco Marini sulla sua mancata elezione al Quirinale. Poi definisce un "dramma" l'aver chiamato Prodi dall'Africa e averlo bruciato. Infine, "la mia candidatura era legata a una strategia che torna ora", visto che "Napolitano ora non ha spazi per dire cose diverse dal fare intese anche con il Pdl, non le chiamiamo larghe intese, chiamiamole medie intese...". E' un "dilagare di opportunismo che ha toccato il nostro partito". E su Renzi l'ex presidente del Senato afferma: "'E' uno che ha un livello di ambizione sfrenata, a volte parla e non si sa quello che dice, cerca solo i titoli sui giornali. Se non modera questa ambizione finisce fuori strada". Mentre sbaglia la Bindi a stoppare Letta a Palazzo Chigi, perché "è uno di quelli che può fare un lavoro positivo"
"Io vittima del mio partito allo sbando" - ''Io sono stato vittima del mio partito allo sbando''. Lo ha detto Franco Marini. Sulle varie 'rottamazioni' che ci sono state nel partito, da D'Alema a Veltroni, Marini ha replicato puntualizzando che i due "sono dentro e sono anche attivi e hanno preso parte al lavoro di questi giorni".