Sarà sostituita da vari tagli, tra cui quello da 15 mln dal fondo per il calo del fisco
© Ap/Lapresse
L'accisa per le sigarette elettroniche, ipotizzata per far cassa ai fini del decreto sui debiti della P.a., non ci sarà. Al suo posto arrivano tagli diversificati: da 15 milioni al fondo Ispe, che avrebbe dovuto essere utilizzato al fine della riduzione delle tasse; decurtazioni per alcuni ministeri e, dal 2015, un calo dei finanziamenti per l'editoria (17,35 mln) e per i Paesi in via di sviluppo (20 mln).
Scattano i micro-tagli - L'emendamento riguarda un meccanismo complesso definito "patto verticale incentivato" che dà maggiore spazio di manovra alle Regioni che a loro volta possono aiutare Comuni e province nel pagamento delle spese relative ad investimenti. La copertura di una parte dell'emendamento, inizialmente prevista con l'introduzione dell'accisa anche per i prodotti contenenti nicotina o sostanze sostitutive del consumo di tabacco, è stata invece sostituita con una serie di micro-tagli.
Ridotto il fondo per abbassare le tasse - Viene ridotto di 10 milioni nel 2014 e di 5 milioni nel 2015 il fondo per gli interventi strutturali di politica economica (fondo Ispe) che di fatto, introdotto con la finanziaria del 2005, avrebbe dovuto essere utilizzato ai fini della riduzione delle tasse. Altri tagli riguardano fondi da ripartire appostati presso il ministero dell'Economia, in particolare accantonamenti per il ministero del Lavoro (700 mila euro nel 2014 e 4,8 nel 2015) e per il ministero degli Affari Esteri (4,3 milioni nel 2014 e 15,5 a decorrere dall'anno 2014).
Altri tagli dal 2015 - Alcune riduzioni scatteranno invece dal 2015 e riguardano risorse appostate nella tabella C dell'ultima finanziaria. In questo caso il primo taglio è da 17,35 milioni e riduce i 144 milioni stanziati in precedenza in favore dell'editoria. Il secondo taglio è invece da 20 milioni e incide sui 111,8 milioni previsti per gli aiuti pubblici in favore dei Paesi in via di Sviluppo.