Il leader del M5S contro il giurista: "Ottuagenario sbrinato da mausoleo". Pioggia di proteste dai lettori del suo blog: "Beppe sbagli"
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Beppe Grillo punta il dito contro Stefano Rodotà, bollato sul suo blog come un altro dei "maestrini dalla penna rossa" che dopo le comunali hanno criticato il suo movimento. Il leader M5S allude a lui come a "un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi. A lui auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra".
L'affondo a Rodotà - Dal proprio blog Beppe Grillo fa un affondo a Stefano Rodotà dopo un'intervista del giurista al Corriere della Sera, in cui criticava il Movimento 5 Stelle e il suo rapporto con la Rete. Il leader del M5S esprime "sincero stupore" nel vedere proprio Rodotà, suo candidato alla presidenza della Repubblica, "in prima fila" tra i critici del Movimento. E lo liquida con parole di fuoco, per poi concludere, ironico: "Gli auguriamo una grande carriera e di rifondare la sinistra".
Rodotà non commenta: "Non è nel mio stile" - "Capisco cosa mi vuole chiedere, ma non ho niente da dire. Non commento, non è nel mio stile". E' questa la reazione di Stefano Rodotà a chi vorrebbe chiedergli una replica alle parole di Beppe Grillo.
La rivolta dei lettori di Grillo: "Sbagli" - Lo scritto di Grillo solleva invece subito la reazione dei lettori del suo blog. Centinaia di commenti, perloppiù critici, alle sue ultime mosse. Tanto per citarne qualcuno: "E dopo lo TsunamiTour inizia il 'suicidiopoliticoTour'! Buona fortuna Beppe". Poi la condanna vera e propria: "Basta insultare persone perbene", "sbagli", "Beppe hai la mia stima, la mia gratitudine e il mio voto però ora hai rotto", scrivono. "Di miracolati della Rete te ne intendi. Ne hai fatti eleggere ben 163".
La pagliuzza in occhi M5S - Grillo torna anche sulle amministrative. "Dopo le elezioni comunali parziali che storicamente, come qualsiasi asino sa, sono sempre state diverse come esito e peso rispetto a quelle politiche, c'è un fiorire di maestrini dalla penna rossa". Poi attacca quei "maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S, pagliuzza che spesso non c'è neppure, e non hanno coscienza della trave su cui sono appoggiati". Grillo non fa nomi, ma da allusioni e soprannomi si capisce che parla di Stefano Rodotà, Nichi Vendola ("il supercazzolaro che non sa nulla ne' di Ilva, ne' degli inceneritori concessi alla Marcecaglia"); Pier Luigi Bersani ("ha perso più battaglie del general Cadorna a Caporetto e ci viene venduto da Floris come Wellington a Trafalgar"), Walter Veltroni ("Topo Gigio Veltroni è stato riesumato per discettare delle elezioni, forte della sua esperienza di averle perse tutte"), Anna Finocchiaro, Matteo Renzi e Pippo Civati.
"Renzie, lo statista gonfiato" - Molto lo spazio dedicato a Matteo Renzi, "Renzie", che ricorda Fonzie, per Grillo. "Renzie, lo statista gonfiato, imperversa con le sue ricette e le critiche al M5S su tutti i canali televisivi preda di compiacenti cortigiane come la Gruber. Renzie non è più sindaco di Firenze da tempo, è diventato un venditore a tempo pieno di sè stesso. Vende in giro un sindaco mai usato, come nuovo".
"Civati, un cane da riporto" - Quanto a Filippo Civati, il deputato del Pd che dialoga con i grillini, finisce tra i "maestrini che vedono la pagliuzza negli occhi del M5S" e non il trave nel loro. Civati, scrive Grillo, è quello "che non ha fatto i nomi dei 101 che hanno affossato Prodi, che vive in un partito che succhia da anni centinaia di milioni di finanziamenti pubblici, ma però è tanto buonino. Lo vorresti adottare o, in alternativa, lanciargli un bastone da riporto".