Il senatore Giarrusso si ribella: "Denunci in Procura o chiedo la sua espulsione". Lunedì si deciderà sul "caso" della senatrice Gambaro. Vito Crimi avverte: "Basta tolleranza con chi lede il Movimento"
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I grillini denunciano un piano di compravendita di deputati del M5S. La denuncia è del capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti, che parla di un progetto di acquisizione "morale e politica dei nostri parlamentari". "Se Nuti ha notizia di una compravendita è suo dovere andare in Procura. Altrimenti sono fatti inventati e mi troverei costretto a chiedere la sua espulsione perché sta diffamando il movimento", dice il senatore M5S, Mario Michele Giarrusso.
Le nuove polemiche si intrecciano con il caso sollevato dalla senatrice Adele Gambaro che lunedì verrà deferita al giudizio dei collegi per aver criticato l'operato del leader del Movimento. Nel mirino dei vertici dei Cinquestelle ci sono sia i "mandanti" dell'operazione di compravendita, "personaggi - assicura Nuti - che nutrono rancore per il M5S e per Beppe"; sia le possibili "prede": quelli che "con la scusa della 'libertà di critica', già indagano su quanti soldi pubblici gli spetterebbero", se formassero un nuovo gruppo.
"Stanno cercando di spaccare il movimento sia alla Camera che al Senato, ma al Senato la situazione è più delicata", spiega il capogruppo della Camera. Lì il gruppo dei 'dissidenti' è più organizzato, ha fatto muro per proteggere la collega che ha puntato l'indice contro Grillo, Adele Gambaro. E' un gruppo nutrito che come base ha i 15 senatori che in occasione dell'indicazione del candidato alla loro presidenza hanno votato per il "dissidente" Lorenzo Battista.
Lunedì, in occasione della riunione congiunta per valutare l'espulsione della collega potrebbero dare prova della loro potenza di fuoco. Alla Camera, in proporzione, il numero sarebbe inferiore, ma raggiungerebbe almeno la decina di deputati. Il fatto è che i piani di 'destabilizzazione' che girano alla Camera e al Senato sono di natura diversa.
E' un fatto che il primo ad essere preso di mira è il democratico Pippo Civati. Lui "dialoga" alla Camera con i "grillini" da tempo e il suo progetto di cambiamento guarda al gruppo nella sua interezza, come quando ha tifato per l'elezione di Rodotà. Contro di lui si è mosso il "comunicatore" dei Cinquestelle Daniele Martinelli che lo ha definito lo "scilipotatore" del M5S. Anche Vito Crimi lo mette nel mirino e apre la pagina del Corriere della Sera in cui Civati afferma di cercare il dialogo e di non volere fare "scouting". "Excusatio non petita...", ironizza Crimi. Ma al Senato la questione è diversa. Lì, si sussurra, il progetto è quello di costituire un nuovo gruppo che qualcuno, ironizzando, chiama dei "sei pianetini".
Una nuova formazione che nascerebbe con l'aiuto di Sonia Alfano e che guarderebbe a Luigi de Magistris e agli eredi dei Rivoluzione Civile di Ingroia. Nuti non esclude che dietro queste "compravendite" ci sia un piano per cambiare la compagine di governo: "Leggendo i giornali mi sembra la cosa più probabile" ammette.
E anche Crimi ci tiene a distinguere la situazione di Camera e Senato dove "la questione è un po' diversa". Di certo il muro contro muro sul caso Gambaro non potrà che accelerare la fuoriuscita dei dissidenti. I vertici del gruppo lo hanno messo nel conto ed anche Grillo ha sempre teorizzato che la perdita di un una quota di parlamentari. Per loro è arrivato il momento di fare chiarezza e ripartire. Lunedì ci sarà la conta anche se i senatori tenteranno fino all'ultimo di di bloccare il "processo". D'altra parte Crimi è tassativo: "Il caso Gambaro è solo l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Azioni lesive del movimento non saranno più tollerate".