Il Capo dello Stato mette in guardia la politica: "I contraccolpi sarebbero irrecuperabili"
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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla cerimonia del Ventaglio al Quirinale fa appello alla politica perché sia garantita la stabilità del governo. "Non ci si avventuri a creare vuoti, a staccare spine - ha detto - per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica postelettorale ha reso obbligatorio". "E' indispensabile - ha poi sottolineato - proseguire nella realizzazione degli impegni del governo Letta".
"Crisi di governo porterebbe conseguenze irreparabili" - Il governo Letta, in soli due mesi e mezzo, ha saputo guadagnarsi "riconoscimenti e apprezzamenti per la sua capacità di iniziativa e di proposta", ha sottolineato Napolitano, parlando di un dato di fatto che nessuno può "seriamente negare". Se venisse messa "a repentaglio la continuità di questo governo, i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili".
"Nell'ultimo anno si è rischiata la paralisi" - Napolitano non nasconde i suoi timori: "Il clima di fiducia verso l'Italia può variare positivamente in presenza di una valida azione di governo e di un concreto processo di riforme", ma "potrebbe peggiorare anche bruscamente dinanzi a una nuova destabilizzazione del quadro politico italiano". L'ultimo anno è stato "tra i più intensi e inquieti" della storia repubblicana, ci sono stati "eventi straordinari, momenti di tensione e persino rischi di paralisi nella vita pubblica senza precedenti".
"La crisi è grave, ma no ai catastrofismi" - Quello che "deve anche oggi avere il primo posto nella nostra attenzione collettiva", per le istituzioni e per i partiti, "è la criticità delle condizioni economiche e sociali del nostro Paese", ha ribadito il Capo dello Stato. "La crisi è grave, ma non ci si lasci andare a catastrofismi".
Presa di posizione sui casi Ablyazov e Kyenge - Giorgio Napolitano ha commentato anche il caso Ablyazov, definendolo "una storia inaudita". Il Capo dello Stato ha parlato di una "precipitosa espulsione dall'Italia della madre kazaka e della sua bambina, sulla base di una reticente e distorsiva rappresentazione del caso e di pressioni e interferenze". Poi, sul caso Kyenge, ha ribadito: "E' tempo di levare un argine comune" contro "l'ingiuria indecente e aggressiva, specie se a sfondo razzista o maschilista, e ancor più se pronunciata da chi dovrebbe unire alla dignità personale quella istituzionale".