NELLA BUFERA

Mediaset, Esposito anticipa le motivazioniIl magistrato: "Manipolata la mia intervista"

Bufera sul giudice di Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi. Il quotidiano il Mattino pubblica un'intervista nella quale lui anticipa le motivazioni. Pioggia di polemiche poi in serata Esposito denuncia: "Mi hanno ingannato"

06 Ago 2013 - 21:40
 © Ansa

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Il giudice Antonio Esposito nella bufera. Non solo per il caso Mediaset, ma per un'intervista al Mattino, poi smentita. Il presidente della sezione feriale della Cassazione avrebbe anticipato le motivazioni della sentenza, dicendo che Berlusconi, in realtà sapeva quanto accadeva in Mediaset sui diritti tv, e che quindi non è stato condannato in base al principio del "non poteva non sapere". In serata la difesa finale: "Mi hanno manipolato l'intervista".

Nell'intervista, Esposito afferma, anzi affermerebbe, visto che il giudice si è affrettato a rettificare, che si può essere condannati in base al presupposto che l'imputato non poteva non sapere. ''Potrebbe essere un'argomentazione logica ma non può mai diventare principio alla base di una sentenza''.

Quindi, parlando del motivo per cui si è giunti alla condanna, sottolinea nell'articolo: ''Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. E' un po' diverso dal non poteva non sapere''.

"Mi hanno manipolato l'intervista" - In serata, dopo la bufera politica che gli è piombata addosso, il magistrato ha inviato alle agenzie un comunicato nel quale accusa apertamente: "Il testo dell'intervista da pubblicare, inviatomi dal giornalista del 'Mattino', dopo il colloquio telefonico, è stato manipolato". "Il testo dell'intervista inviatomi dal giornalista è stato da me consegnato al Primo Presidente della Cassazione, al quale ho consegnato altresì la smentita".

"E' tutto inventato quel passaggio" - Un passaggio che il giudice definisce nella nota di rettifica "completamente inventato". Esposito smentisce anche "di aver pronunziato, nel colloquio avuto con il cronista - rigorosamente circoscritto a temi generali e mai attinenti alla sentenza, debitamente documentato e trascritto dallo stesso cronista e da me approvato - le espressioni riportate virgolettate: "Berlusconi condannato perché sapeva non perché non poteva non sapere".

Il Mattino mette online l'audio dell'intervista - Il direttore del Mattino, Alessandro Barbano, replica al giudice: "Confermo che l'intervista pubblicata contiene tutte le parole che il magistrato ha pronunciato nella sequenza letterale e logica con cui sono state pronunciate", dichiara. Poi, pubblica sul sito del quotidiano l'audio di parte della telefonata tra il suo giornalista e il giudice Antonio Esposito.



Nell'intervista il magistrato passa alla tempistica sulla sentenza, chiarendo come non ci sia stata alcuna fretta: "C'è un principio generale che attiene allo spirito della formazione della sezione feriale della Corte di Cassazione'', questo collegio di giudici "serve ad evitare che i processi subiscano la condanna del tempo con la prescrizione", quindi spiega "a me come presidente della sezione feriale non restava altro che fissare la data in tempo non utile ma utilissimo e ravvicinato onde evitare la prescrizione".

Infine, sulle polemiche nei suoi confronti, afferma: "Non rispondo perché chiederò ad altre sedi la tutela della mia onorabilità". Riguardo alle parole del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dopo la sentenza, Esposito afferma: "Sono sempre di saggezza istituzionale e rigore costituzionale".

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