"Tenuta dell'esecutivo compromessa se il Pd accelerasse sulla decadenza del leader del Pdl"
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Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato, avverte il Pd in vista del voto in Giunta al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La tenuta del governo sarebbe seriamente compromessa "se il Pd respingesse - sottolinea Schifani - le richieste del Pdl di approfondire la legge Severino sull'incandidabilità. Per noi sarebbe impossibile parlare di un percorso comune".
Il messaggio del Centrodestra è chiaro: se il Pd accelerasse a settembre sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, l'esecutivo potrebbe cadere. Al centro del dibattito c'è il decreto legislativo del 31 dicembre 2012, che dà attuazione alla legge anticorruzione (la cosiddetta legge Severino) nella parte riguardante l'etica in politica, quella in cui si stabilisce l'incandidabilità a parlamentare italiano ed europeo di chi sia stato condannato in via definitiva a pene superiori ai 2 anni di reclusione per delitti non colposi punibili nel massimo con almeno 4 anni di carcere.
Berlusconi è stato condannato in via definitiva a 4 anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto, per frode fiscale. La Giunta per le elezioni e le immunità del Senato dovrebbe votare il parere sulla decadenza di Berlusconi tra settembre ed ottobre, come ha ribadito la settimana scorsa il suo presidente Dario Stefano di Sel. Ma alcuni esponenti del Pd e il M5S di Beppe Grillo spingono per adottare questo parere già alla prima riunione dopo la pausa estiva, fissata per il 9 settembre. La decisione finale sulla perdita dello status di parlamentare per Berlusconi sarà comunque presa in un secondo momento dall'aula del Senato, che potrebbe pronunciarsi anche con voto segreto.
"Da Napolitano ci aspettavamo di più" - Schifani interviene anche sulla presa di posizione del Quirinale sulla vicenda Berlusconi. "Da Napolitano ci aspettavamo di più - confessa -. Nel messaggio del Capo dello Stato, che non commento, non ho trovato quello che avevamo chiesto. Non entro nel merito, le posizioni del Capo dello Stato si rispettano, ma ci aspettavamo di più". "Noi - confessa poi - non intendiamo barattare legalità per altro, ma intendiamo fare un modo che la legge Severino sia valutata dalla Consulta".
"Non ci saranno dimissioni dei parlamentari del Pdl" - L'ex presidente del Senato smentisce l'ipotesi di dimissioni di gruppo tra le fila del suo partito. "Le dimissioni di tutti i parlamentari" del Pdl in caso di rottura sulla vicenda Berlusconi "non sono all'ordine del giorno", spiega. "Ci batteremo in giunta perché le nostre argomentazioni senza ostruzionismo vengano recepite. Io - rileva il presidente dei senatori del Pdl - non ritengo affatto inevitabile la crisi. Sosteniamo questo governo delle larghe intese perché riteniamo che il Paese abbia bisogno di un grande accordo storico tra le due più grandi forze politiche perché si facciano con grande coraggio le riforme strutturali di cui l'Italia ha bisogno, anche con scelte impopolari".