Ma Montecitorio assicura: "Risparmieremo 15mila euro al mese". Oggi a curare i servizi web anche una società che ha il 60% del capitale depositato in Lussemburgo
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Costerà 4 milioni in tre anni alle tasche dei contribuenti il sito online della Camera dei deputati. E il segretario de "La Destra" Francesco Storace attacca la presidente di Montecitorio Laura Boldrini. "Perché tutti questi soldi? - chiede -. Costerà il 50% in più rispetto all'ultima gara fatta da Bertinotti: 100mila euro al mese contro 70".
La vicenda viene raccontata dalla "Repubblica", dove si legge com alla presidenza della Camera dei deputati assicurano che, in realtà, con la nuova gara ci sarà un risparmio di 15mila euro al mese rispetto ai costi attuali. Il bando precedente era stato assegnato a tre società che si sono occupate del sito camera.it, della webtv e delle sezioni di parlamento.it. L'appalto scadeva a febbraio e, nell'ottica di una spending review del Parlamento e di una maggiore trasparenza, gli uffici di Laura Boldrini hanno provveduto a un bando, che scadrà il 20 settembre, con base d'asta un milione e 200mila euro all'anno per tre anni.
In precedenza in effetti l'appalto era stato assegnato senza gara pubblica, aveva un costo di un milione e 400mila euro l'anno ed era andato a srl Esinware, Serap pa e alla spa Interact: il 60% di quest'ultima società risulta depositato nel paradiso fiscale del Lussemburgo ed è quindi impossibile conoscere i suoi azionisti di maggioranza.
Vista la situazione, ecco la decisione di garantire la massima trasparenza e di indire una gara d'appalto. Ma quella base d'asta a un milione e 200mila euro l'anno, secondo Storace, "è un'esagerazione". Così, accusa, i costi sono saliti della metà. "La precedente gara - spiega - fu chiusa a 800mila euro l'anno. Ci spiega la Boldrini come fa a risparmiare pagando il 50% in più?".
A Montecitorio replicano che nel bando si parla di base d'asta, ma a vincere sarà chi offrirà il maggior ribasso. La spiegazione però non convince il leader de La Destra.