Dopo la condanna Mediaset

Berlusconi fuori dalla politica?La palla adesso è del Senato

A prescindere dall'interdizione dai pubblici uffici, dopo la condanna Mediaset, sul Cav incombela mannaia della legge Severino che prevede la decadenza dal mandato per i condannati

21 Ago 2013 - 10:33
 © Ansa

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La Cassazione ha condannato Silvio Berlusconi a quattro anni per fronde fiscale, ma ha rimesso alla Corte d'appello di Milano la determinazione dell'interdizione dai pubblici uffici. In attesa di tale decisione, il senatore Silvio Berlusconi rischia comunque la decadenza dal mandato parlamentare in virtù della legge Severino. Ecco i possibili scenari delle prossime settimane e le parole chiave del caso.

Legge Severino: decadenza e incandidabilità
E' il decreto legislativo 235 approvato dal consiglio dei ministri nel dicembre 2012. Era stata la legge anticorruzione voluta dal Governo Monti, ma avviata da Alfano. Fu l'ex Guardasigilli a portarla in Cdm il primo marzo 2010. Tale legge si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore. L'articolo 1 riguarda l'incandidabilità per una condanna già esistente fino a due anni. L'articolo 3, invece, riguarda il caso della decadenza da sopravvenuta condanna.

Indulto
Berlusconi è stato condannato a quattro anni per frode fiscale. Tre anni sono cancellati dall'indulto del 2006. Secondo la legge Severino, chi ha diritto all'indulto (che cancella la pena ma non il reato commesso), non sarà candidabile né potrà restare in Parlamento.

Giunta delle Elezioni del Senato
Il 9 settembre il senatore del Pdl Augello svolgerà la relazione nella Giunta che deve decidere sulla decadenza dal mandato parlamentare di Silvio Berlusconi. Al momento ci sarebbero 14 senatori favorevoli all'esclusione dalla politica del Cavaliere (8 Pd, 4 M5S, 1 Scaleta Civica, 1 Sel) e 9 contrari (6 Pdl, 1 Lega, 1 Gal, 1 Psi). Se la Giunta darà voto favorevole alla decadenza, Berlusconi non si potrà candidare per i prossimi sei anni.

Interdizione
Prevista dagli articoli 28 e 29 del codice penale, l'interdizione priva il condannato, tra le altre cose, del diritto di eleggibilità, di ogni altro diritto politico, di ogni pubblico ufficio e di fregiarsi di titoli onorifici. La legge Severino ha lo stesso esito dell'interdizione dai pubblici uffici (sulla quale la Corte d'Appello di MIlano deve rideterminare la durara): in tutti e due i casi è previsto un voto del Parlamento, ma la Severino entra in gioco anche quando il parlamentare non viene condannato all'interdizione come pena accessoria.

La posizione di Scelta Civica
''La giunta del Senato, prima del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, è nelle condizioni di organizzare un supplemento di riflessione'', purché sia ''un'esigenza reale e non fittizia''. Così il capogruppo alla Camera di Scelta civica Lorenzo Dellai, che in un'intervista al Corriere della Sera sottolinea: ''Il voto del Senato non può cambiare le cose, né può rappresentare un quarto grado di giudizio che non esiste".

La posizione del Pd
''La decisione che prenderà la Giunta sarà una semplice presa d'atto. Il Parlamento non è il quarto grado di giudizio. Noi non siamo anti-berlusconiani, pur mantenendo il nostro giudizio storico negativo sul berlusconismo. Se uno del Pd si fosse trovato nella stessa condizione di Berlusconi avremmo ragionato allo stesso modo''. Il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, intervistato dal Messaggero, ribadisce che i democratici voteranno per la decadenza.

L'interpretazione di Caliendo, Pdl
 ''Proporrò di acquisire le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha condannato Berlusconi. Se per ipotesi quanto sostenuto dal presidente Antonio Esposito nella sua intervista al Mattino fosse la motivazione della sentenza, allora non è da escludersi la possibilità di un ricorso in Cassazione per errore di fatto o materiale in base all'art.625 bis del codice di procedura penale'', poiché ''non c'è mai stato alcun testimone che agli atti del processo abbia detto che Berlusconi sapesse''. Lo afferma, in un'intervista al Messaggero, il vicepresidente della Giunta per le immunità del Senato Giacomo Caliendo. Per ''approfondire'' e ''discutere'' i problemi di interpretazione della legge Severino, spiega Caliendo, la Giunta avrà bisogno di tempo. ''Se anche si arrivasse a fine ottobre cosa cambierebbe? A meno che non ci sia un pregiudizio politico per votare seduta stante la decadenza di Berlusconi''. ''Ci sono una serie di nodi preliminari da sciogliere'', prosegue Caliendo. ''L'incandidabilità prevista dalla legge Severino è di natura penale e dunque non retroattiva? Se invece l'incandidabilità  è  una sanzione amministrativa e non penale, è comunque afflittiva e pertanto limitativa del principio della Convenzione dei diritti dell'uomo? L'indulto ha una qualche conseguenza?''.

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