Sinistra e Libertà ha presentato alla Camera un emendamento, in previsione del ddl sul finanziamento ai partiti; ciò impedirebbe a chi ha ricevuto una sentenza di finanziare partiti
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In previsione del ddl del governo sull’abolizione del finanziamento ai partiti, previsto per giovedì 12 settembre, Sinistra e Libertà ha presentato in Aula alla Camera un emendamento che vieta a chi è stato condannato di fornire finanziamenti a partiti o movimenti politici.
Una norma ribattezzata come anti-Cav, presentata dal tesoriere di Sel, Sergio Boccadutri, che impedisce di ricevere soldi da parte di chi ha subito una sentenza definitiva. La proposta comprende chi è stato condannato per corruzione e concussione oppure per frode fiscale. La norma impedirebbe, per esempio, a Silvio Berlusconi di dare liquidità al Popolo della Libertà, così come a liste o fondazioni politiche. Tale procedimento sarebbe anche applicabile alle società controllate dall’ex premier.
Il testo dell’emendamento prevede che "chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per i reati previsti dagli articoli 314, primo comma, 316-bis, 316-ter, 317, 318, 319, 319-ter e 320 del codice penale e dagli articoli 2, 3, 8, 9, 10, 11 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n.74, non può destinare, sotto qualunque forma, erogazioni, liberali o meno, denaro o altra utilità in favore di partiti, movimenti, liste e fondazioni politiche". Per quanto riguarda le società appartenenti al condannato, il divieto comprende anche “le persone giuridiche amministrate, controllate o partecipate in misura superiore al 20 per cento" dai condannati per i reati fiscali e contro la pubblica amministrazione. Inoltre la proposta di Sel comprende una sanzione amministrativa per la violazione del divieto, "pari a tre volte la somma o il valore dell'erogazione prestata".