TOGHE SICURE

Giustizia, l'Ue bacchetta l'Italia: giudici protetti, non pagano quando sbagliano contro i cittadini

Aperta una procedura d'infrazione. L'Italia viola il principio in base al quale i cittadini hanno diritto a essere risarciti per i danni causati da errori giudiziari

25 Set 2013 - 15:03
 © LaPresse

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La Commissione Ue ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia per i limiti posti alla responsabilità civile dei giudici. L'iniziativa nasce dal mancato rispetto della condanna, per lo stesso motivo, dalla Corte di giustizia Ue nel 2011. Secondo la Commissione, l'Italia protegge in modo eccessivo i propri magistrati, violando il principio in base al quale i cittadini hanno diritto a essere risarciti per i danni causati da errori giudiziari.

Non è la prima volta che l'Europa contesta questa legge italiana. La Corte di giustizia europea aveva già pronunciato una prima sentenza di condanna il 24 novembre del 2011. Poiché l'Italia non ha ancora adempiuto all'obbligo di modificare questa normativa, la Commissione avvia ora una nuova procedura d'infrazione. Se l'Italia continuerà a non modificare le proprie norme in materia di responsabilità civile dei magistrati, sarà condannata a pagare delle sanzioni.

Norme italiane in contrasto con quelle europee - Perché la legge italiana è incompatibile con il diritto europeo? Sono due le censure:
- La legge italiana esclude in linea generale la responsabilità dei magistrati per loro errori nell'interpretazione di norme o nella valutazione di fatti e prove.
- Per la legge italiana la responsabilità dello Stato scatta solo quando sia dimostrato il dolo o la colpa grave. In Italia però la colpa grave applicata al comportamento dei magistrati è intesa in modo talmente restrittivo da escludere quasi sempre la loro responsabilità.

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