Situazione di stallo con anche la Lega di Maroni pronta alle dimissioni pur di far cadere Letta
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"In queste condizioni prolungare l'agonia di questo governo e di questa legislatura non giova a nessuno, tantomeno all'Italia. Questo Napolitano lo sa bene". Così il senatore Sandro Bondi, uno dei coordinatori del Pdl, in una nota invita tutti a "prendere atto" della situazione.
Forza Italia in piazza il 4 ottobre - Mentre il Pdl si divide tra chi, come Bondi, vuole staccare la spina al governo, e altri che invece sono più possibilisti, Forza Italia annuncia la sua manifestazione di piazza per il 4 ottobre, quando i militanti scenderanno in piazza in contemporanea con la seduta pubblica della Giunta per le elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La dimostrazione, "Siamo tutti decaduti", sarà alle 17 a Roma, in piazza Farnese, "per reagire all'attacco contro Silvio Berlusconi e il diritto alla piena rappresentanza di milioni di italiani che lo votano, per l'attacco allo stato di diritto e ai fondamentali principi democratici".
Bondi (Pdl): "Maggioranza di governo non c'è più da tempo" - "Se ancora sopravvivesse un residuo di serietà in questo sventurato Paese, si prenderebbe atto senza perdere nemmeno un secondo della crisi di un governo e di una maggioranza che non esistono più da tempo, almeno dal momento in cui il Pd ha dichiarato guerra ad un proprio alleato di governo", sostiene il senatore.
Frattini: "Grave far cadere il governo, c'è margine" - A differenza di Bondi Franco Frattini ritiene ancora possibile continuare con le larghe intese. "Credo ci sia un margine di spazio", è "interesse comune accompagnare gli sforzi del governo per uscire dalla crisi, tutti ne prenderebbero il merito", afferma. L'ex ministro degli Esteri, uscito dal Pdl a dicembre, esprime poi "grande ammirazione per come Napolitano ha ancora una volta richiamato l'esigenza di stabilità, contro azioni che potrebbero compromettere il funzionamento istituzionale".
Gasparri (Pdl): "Situazione scivola verso elezioni" - Anche Maurizio Gasparri (Pdl) ritiene difficile proseguire con il governo Letta. "La situazione - afferma - scivola verso le elezioni. Siamo in una fase critica, drammatica. Ci aspettavamo un epilogo diverso e quello che sta accadendo si riflette sul governo. Violare l'articolo 25 della Costituzione è una cosa gravissima". "Questo Paese - attacca il vicepresidente del Senato - è prigioniero di alcune correnti politicizzate della magistratura che emettono sentenze aberranti. Siamo prigionieri degli Esposito e degli Ingroia, compreso Napolitano".
Maroni (Lega): "Se serve a far cadere governo ci dimettiamo" - Anche il Carroccio vuole andare subito al voto. "Se serve a far cadere il governo Letta, anche i nostri parlamentari si dimetteranno". E' quanto assicura il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni. "Ora - spiega - spero che il Pdl vada fino in fondo. Non sono sicuro di questo ma spero di sì". "Noi siamo all'opposizione - aggiunge - quindi guardo con interesse alle mosse del Pdl". Maroni ha quindi confermato il sostegno della Lega a qualsiasi iniziativa "che può portare alla fine dell'esecutivo magari a nuove elezioni, che per me sono la scelta principale".
Giovanardi (Pdl): "Non firmo la lettera di dimissioni" - Nelle file del Pdl c'è però chi ritiene sbagliato firmare le dimissioni. Il sentatore Carlo Giovanardi, infatti, dichiara: "Non ho firmato e non firmerò le dimissioni perché ritengo non siano la modalità giusta per costringere le forze politiche ad assumersi le responsabilità nei confronti del Paese, soprattutto in vista della prossima imminente campagna elettorale". Oltre a lui e al ministro Gaetano Quagliariello, mancherebbe un altro senatore la cui firma però il gruppo confida di ricevere a breve.