Il segretario interviene sul caso dimissioni di massa: "Un duro colpo al Paese che lavora". E intanto il Pd vota le regole per le primarie e fissa un tetto alle spese elettorali
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"Letta ha parlato di umiliazione, io aggiungerei che è stato anche un colpo alla schiena per l'Italia che lavora, che cerca di uscire dalla crisi". Lo ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani, commentando le fibrillazioni che agitano la maggioranza. "Si sta scherzando col fuoco", ha aggiunto il leder del Pd dando il suo sostegno a "Napolitano di fronte agli attacchi volgari che si sono registrati in queste ore".
Alla direzione del Pd, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti, sulla situazione politica Epifani ha detto che "nell'idea di pacificazione del centrodestra c'era, in nuce, l'esito di questi giorni. Perché in quell'idea c'era la volontà di condizionare il quadro politico e le istituzioni".
"Si chiarisca in Parlamento" - Sempre parlando alla direzione del Pd, il segretario ha sottolineato che quanto sta avvenendo "va preso sul serio" e quindi "tocca al premier, dopo aver riferito a Napolitano, aprire in Parlamento un chiarimento che deve essere chiaro e risolutivo, e in questo il partito è con me. Non ne possiamo uscire con un nuovo giro di valzer, sotterrare oggi l'ascia di guerra per dissotterrarla domani". E per il dopo "io non faccio scenari", ha aggiunto, proponendo tra l'altro la convocazione permanente della direzione del partito vista la delicatezza delle circostanze.
"La legge elettorale permette al Pdl modi da caserma" - Il segretario del Pd è poi tornato sulla legge elettorale, dicendo che "per noi è fondamentale averne una nuova". Avrebbe inoltre sottolineato che dal Pdl è stato possibile avere "l'atteggiamento da caserma di questi giorni" proprio grazie all'attuale normativa.
Franceschini: "Basta con le ipocrisie - Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha usato parole dure sul Pdl e, a proposito dell'annuncio di Renato Brunetta, secondo cui il Pdl voterebbe la fiducia sul governo, ha replicato: "E' il momento della chiarezza, non c'è più tempo per ipocrisie e furbizie: abbiamo visto parole e gesti che stanno facendo un danno enorme al Paese e a ogni singolo individuo. Nei prossimi giorni, già dalle prossime ore, il chiarimento non dovrà essere un modo per prendere tempo".
Cuperlo: "Verificare che ci sia un'altra maggioranza" - Il candidato alla segreteria Pd Gianni Cuperlo ha detto che, "se il governo non dovesse avere in Parlamento la maggioranza, sarà compito del presidente della Repubblica verificare se c'è la possibilità di trovare una maggioranza differente per la legge elettorale e la legge di stabilità. In discussione è la tenuta democratica del Paese".
E ha aggiunto: "Se dovesse esserci un precipitare della situazione ne prenderemmo atto. Per il momento non è così. Direi che è prematuro. C'è il premier che è appena rientrato, ma i toni e le espressioni usate sono una aggressione alla Costituzione e ai principi costituzionali".
Direzione Pd: ok alle regole, congresso l'8 dicembre - La direzione del Partito democratico ha poi votato le regole per il congresso nazionale, dando il suo via libera all'unanimità, con un solo astenuto. Confermata per l'8 dicembre la data per l'elezione del segretario nazionale.
"Forse abbiamo parlato troppo di regole - ha commentato il segretario -. Ma le regole sono sostanza, ce lo insegnano anche le vicende politiche di questi giorni". Epifani avrebbe poi detto di essere "soddisfatto del percorso dal basso ma, avrebbe aggiunto, "avrei preferito meno sospetti tra di noi". Alla direzione ha partecipato anche Matteo Renzi: il sindaco di Firenze ha seguito l'incontro seduto tra le ultime file, vicino al deputato Francesco Bonifazi e a Lorenzo Guerini, che ha seguito per i renziani il dibattito sulle regole nella commissione Congresso.
Primarie, le regole del voto - Il regolamento dice poi che "possono partecipare al voto per l'elezione del segretario e dell'assemblea nazionale" gli elettori al momento del voto iscritti al Pd e quelli che "dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del partito, sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrati nell'albo pubblico delle elettrici e degli elettori".
Un tetto alle spese - Il regolamento approvato prevede che le spese della campagna elettorale di ciascun candidato non possano superare i 200mila euro per i candidati alla segreteria nazionale e gli 8mila per i provinciali. Sempre per contenere le uscite è previsto che non siano ammesse da parte dei candidati o delle liste che li sostengano la pubblicazione a pagamento di messaggi pubblicitari o propaganda personale su radio, tv e giornali. Consentiti volantini e manifesti.