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Niente "epurazioni" e niente "congresso" ma "dopo la fiducia di mercoledì nulla è più come prima. Ora è arrivato il tempo della leadership di Alfano". Il ministro Gaetano Quagliariello assicura che non ci saranno "liste di proscrizione" ma che la leadership del segretario "non si discute più, sarà lui a sfidare la sinistra nel 2015 con chi gli è stato accanto". E gli alleati? "La bussola è quella del Ppe, guardiamo a Udc e Scelta Civica".
Il ministro per le Riforme costituzionali del governo Letta, quindi, ha le idee chiare su quel che accadrà nei prossimi mesi. "Abbiamo ascoltato il Paese, gli industriali, gli artigiani, la Cei. Chi non lo fa diventa marginale - ha detto a Repubblica e a Libero il ministro - . Abbiamo suscitato una speranza nel Paese e ora la nostra battaglia non deve degradare in una mera operazione di partito o peggio di nomenklatura".
Il partito che immagina Quagliariello si muove con la "bussola" del Ppe ed è aperto al centro, a Udc e Scelta Civica, ma "non vogliamo né un centrino né una somma di nomenklature". Con la fiducia di mercoledì "abbiamo fissato una linea politica che va al più presto esplicitata in un documento". Ora, aggiunge, "si riparte da Alfano, liberato dal piombo dell'estremismo e delle oligarchie". Non è, comunque, "un problema di nome o di simbolo, ma di apertura, di rinnovamento, di fine delle schizofrenie".