TENSIONE CON GLI USA

Datagate, Grasso: "Si rispetti legge"

Soro: "Predisporre protezione a dati"

22 Ott 2013 - 21:43
 © LaPresse

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Il presidente del Senato, Pietro Grasso, commentando gli sviluppi dello scandalo Datagate, ha ribadito che "sul nostro territorio abbiamo una legge che va rispettata e che continueremo a far rispettare". Sulla questione è intervenuto anche il garante per la privacy, Antonello Soro, che in una lettera al premier scrive: "Appare urgente predisporre strumenti di protezione dei dati personali e dei sistemi utilizzati per finalità di polizia e giustizia".

Il sospetto che anche i dati sensibili italiani potessero essere intercettati era sorto già nel giugno scorso, in seguito alle rivelazioni dell’ex consulente Nsa Edward Snowden. Allora il Copasir interrogò Gianpiero Massolo, direttore del Dis, che negò sia la possibilità di fughe di dati dai servizi segreti italiani a quelli statunitensi, sia che le ambasciate italiane negli Usa fossero spiate.

Dichiarazioni che si scontrano, però, con quelle più recenti di Claudio Fava che, intervistato in seguito alle rivelazioni di Le Monde, ha dichiarato che le comunicazioni italiane, al pari di quelle francesi, sono monitorate dagli americani, e che i servizi segreti di Roma lo sanno. Lo avrebbe appreso in una conversazione avuta tre settimane fa con una delegazione del Comitato per la sicurezza della Repubblica in una visita negli Usa. Il sottosegretario con delega all’Intelligence, Marco Minniti, sarà ascoltato nelle prossime ore dal comitato.

Giacomo Stucchi, presidente di Copasir, smentisce le dichiarazioni di Fava. Stucchi ha partecipato alla stessa visita e “in tutti gli incontri - spiega - abbiamo avuto la conferma che il Governo non sapeva del programma Prism. Quindi dire che i nostri servizi sapevano, quando non lo sapeva nemmeno il Governo, non è corretto”. “Al Governo - aggiunge - chiediamo di chiarire se effettivamente l'informazione che è stata trasmessa è veritiera per quanto riguarda i nostri concittadini. Questo dubbio è piu' che legittimo”.

Sul Datagate si è espresso anche Massimo D'Alema, fino al maggio scorso presidente del Copasir e, in passato, ministro degli Esteri e presidente del Consiglio. “L'Italia non ha mai concesso agli Usa di intercettare cittadini italiani – ha assicurato – Siamo un Paese sovrano e da noi, per esempio, non possono essere effettuate intercettazioni dei cittadini italiani senza l'autorizzazione della magistratura”.

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