L'accusa è di peculato. Per la prima volta indagato un M5S
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Nell'inchiesta della Procura di Bologna sui fondi del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna sono indagati tutti e nove i capigruppo dell'attuale legislatura, cominciata nel 2010. Si tratta dei politici che guidano i gruppi di Pd, Pdl, Idv, Lega Nord, Fds, M5S, Sel-Verdi, Udc e gruppo Misto. L'accusa per tutti è di peculato.
Luigi Giuseppe Villani (Pdl), Marco Monari (Pd), Mauro Manfredini (Lega Nord), Liana Barbati (Idv), Andrea Defranceschi (M5S), Silvia Noé (Udc), Matteo Riva (Gruppo Misto), Roberto Sconciaforni (Fds) e Gianguido Naldi (Sel-Verdi): questi i nomi dei capigruppo iscritti al registro degli indagati dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi, nell’ambito dell’inchiesta riguardante le spese dei gruppi consigliari, aperta nel 2012.
Questa mattina la GdF si è recata in Viale Aldo Moro a interrogare i nove esponenti, soprattutto in merito alle consulenze esterne, per scoprire se queste fossero o meno fittizie. Sono stati rilevati molti casi di collaborazioni e consulenze importanti e ripetute sempre dagli stessi soggetti. Ora resta da capire se si è verificata un’appropriazione di denaro pubblico per fini personali e, soprattutto, se le collaborazioni e le consulenze riguardavano le attività di militanza al di fuori del lavoro in regione. In questo caso i pm si troverebbero di fronte a una violazione, una sorta di finanziamento illecito ai partiti.
È la prima volta che un politico M5S viene indagato per peculato. “Non so nulla, non hanno consegnato avvisi di garanzia – ha dichiarato Andrea Defranceschi a ilfattoquotidiano.it - I nostri conti sono online dal 2010, e tutto su internet, altrimenti l’avviso di garanzia ce l’avrebbero mandato prima i nostri elettori”. Le responsabilità, in ogni caso, non sono uguali per tutti i gruppi. Alcuni degli attuali indagati potrebbero uscire dall’inchiesta, mentre altri consiglieri potrebbero entrarvi, una volta approfondite le responsabilità.