Casadei si fece restituire i 50 centesimi usati in un bagno pubblico. Ma ci sono anche spese folli per ristoranti di lusso. E un gioiello Tiffany
© Guardia di Finanza
Cinquanta centesimi di rimborso per usare il bagno pubblico alla stazione ferroviaria di Parma. Li ha chiesti Thomas Casadei, consigliere Pd della Regione Emilia Romagna, allegando lo scontrino della toilette a quello del viaggio in treno. Lui assicura che si tratta di un errore e promette: "Restituisco quei soldi", ma se così è stato gli errori sono due, visto che risultano due richieste per altrettanti rimborsi, sempre per utilizzare il wc.
Quello scontrino risulta dalle carte delle indagini di Guardia di finanza e Procura sulle spese pazze della Regione. Lui si difende così, secondo quanto riferisce "Il Giorno": "Cado dalle nuvole, lo apprendo da lei". E scarica sulle impiegate: "Quando viaggio in missione tengo sempre tutta la documentazione, che poi faccio avere alle segretarie. Sono loro a chiedere i rimborsi, mica io. Quello scontrino dei bagni sarà finito per sbaglio assieme a quelli da rimborsare. Di solito li butto via, infatti in tanti altri casi il rimborso non risulta".
Insomma, un errore, una distrazione, che però ha fatto andare su tutte le furie i cittadini dell'Emilia Romagna. Da parte sua, Casadei non ha difficoltà ad ammettere che "hanno ragione. Se mi verrà contestato dai pm, sono pronto a scusarmi e a restituire quanto rimborsato. E comunque, mica mi arricchisco con un euro".
Casadei comunque prende le distanza dal suo capogruppo Marco Monari che, secondo le carte, avrebbe cenato a spese dei contribuenti in ristoranti di lusso. "Io non l'ho mai fatto. Ho preso parte solo ad attività ed eventi in rappresentanza del mio gruppo. Aspetto la fine delle indagini per esprimere valutazioni".
A parte il caso wc, infatti, dall'inchiesta risulta che i consiglieri si facevano rimborsare cene in ristoranti dove si pagava dai 150 euro in su, salvo poi spostarsi nei locali della riviera durante l'estate: tutti pranzi e cene pagati con la carta di credito del capogruppo Monari e rimborsati.
L'inchiesta rivela che anche il Pdl non badava a spese per i banchetti. C'è una cena offerta a una cinquantina di persone dall'ex capogruppo Giuseppe Villani, poi arrestato a Parma per corruzione, in un'altra inchiesta: alle casse pubbliche costò 1.750 euro. L'appuntamento risale al novembre 2011 e si tenne all'osteria "Tre ville" di Parma.
Il reato ipotizzato per le persone coinvolte è quello di peculato e sotto indagine ci sono tutti i capigruppo regionali, dal Pdl al Pd, fino al M5S. Per cosa usavano i soldi pubblici? Non ci sono solo pranzi e cene. In conto spese risultano anche un asciugacapelli, un forno a microonde, libri di narrativa, caramelle. E perfino un gioiello Tiffany a spese di Villani, comprato nel Natale 2010 per 480 euro.