Il leader del Pdl accusa: "Quella frase è stata estrapolata da un contesto ben più ampio. So bene cosa significa la tragedia dell'Olocausto"
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"I miei figli dicono di sentirsi come le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso". Così Silvio Berlusconi risponde a Bruno Vespa, in un passaggio del suo libro, alla domanda se sia vero che i figli gli hanno chiesto di vendere e di andare via. Ma, dopo la diffusione del passaggio, il leader del Pdl precisa: "Una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto".
"La mia storia - dice ancora Berlusconi -, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell'Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico".
Il leader Pdl a Vespa: "Non lascerò mai l'Italia" - Sempre nel libro di Vespa, il leader del Pdl continua dicendo: "Sono italiano al 100 per cento. In Italia ho le mie radici e non ho intenzione di andare all'estero" e sottolinea il suo legame con il Paese: "In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l'imprenditore, l'uomo di sport, il leader politico".
"Questo è il mio Paese - riprende -, il Paese che amo, il Paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato. Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l'Italia".
"Impossibile che tutto questo sia capitato a me" - Il presidente del Pdl parla poi della sua situazione e dice: "Il primo sentimento è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, e da lì il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, perché tutte sarebbero comunque ingiuste. Sono stato assalito da una profonda indignazione, che da allora non mi ha lasciato mai. Ho molto pensato a quanto soffrirebbero mio padre e mia madre se fossero qui. E mi sono chiesto come avrebbero voluto che mi comportassi. Credo con la stessa dignità che mi hanno sempre insegnato".
Pacifici: "Siamo sdegnati da queste parole" - Sconcertato il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che commenta così le dichiarazioni di Berlusconi: "Siamo sdegnati di fronte alle parole dell'ex premier Silvio Berlusconi. Riteniamo il paragone fatto con il popolo ebraico sotto le persecuzioni di Hitler, il cui progetto era lo sterminio, assolutamente fuori luogo. Confidiamo in una sua pronta rettifica".
"Inoltre non è la prima volta che volti noti della politica italiana banalizzano la storia del nazismo e della Shoah. E' arrivato il momento di capire che su questo tema, su Hitler e la persecuzione nazista nei confronti degli ebrei, non esistono paragoni".
La replica della Comunità ebraica: "Commento inappropriato" - Quello di Silvio Berlusconi è un paragone "non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa". Lo ha detto il presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, commentando le dichiarazioni del leader di Forza Italia a Bruno Vespa.