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Berlusconi: "Via chi non si riconosce più nei valori di Forza Italia"

Il leader del centrodestra, dopo aver incontrato nuovamente il vicepremier Alfano, lancia un messaggio ai parlamentari del Pdl alla vigilia del Consiglio nazionale: "Il partito non sarà estremista e oligarchico. Dato un brutto spettacolo in questi giorni"

15 Nov 2013 - 19:18
 © Ansa

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"Chi non si riconosce più nei valori di Forza Italia è libero di andarsene". Così Silvio Berlusconi in un messaggio rivolto a tutto il Pdl. "Chi, invece, ancora ci crede ha il dovere di restare e combattere perché questi valori trionfino finalmente nel nostro Paese", ha aggiunto. Al Consiglio nazionale, ha poi sottolineato, "ribadirò ancora una volta le ragioni per cui è indispensabile lottare insieme. Noi moderati per unire i moderati".

Ancora un incontro con Alfano - Alla vigilia del Consiglio nazionale del partito, Berlusconi ha incontrato nuovamente, a Palazzo Grazioli, il vicepremier, Angelino Alfano. L'obiettivo era trovare una mediazione ed evitare così una spaccatura. Alla riunione era presente anche il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Dopo almeno tre ore di discussione, si è arrivati ancora a un nulla di fatto.

Nessun ufficio di presidenza - Contrariamente a quanto annunciato, poi, non si terrà nessun ufficio di presidenza e quindi nessuna modifica al documento approvato in precedenza. La decisione, a quanto si apprende, è stata presa dopo un giro di contatti tenuti dallo stesso Berlusconi. Al Cavaliere inoltre sarebbe stato fatto notare che, in caso di convocazione, ci sarebbero state numerose assenze di peso per ragioni politiche. Nel documento si sarebbe affrontata la questione più "calda": il nodo della stabilità del governo in caso di decadenza di Berlusconi.  

"Partito non sarà estremista e oligarchico" - Nel messaggio ai parlamentari del Pdl, Berlusconi ha tratteggiato le caratteristiche della nuova Forza Italia: "Non cambierò io, non cambierà Forza Italia. Se così non fosse, se Forza Italia diventasse qualcosa di diverso, di piccolo e meschino, se diventasse preda di una oligarchia, se rischiasse una deriva estremista, sarei io che l'ho fondata a non riconoscermi più in questo progetto". E ha aggiunto: "Forza Italia è la casa di tutti. E' la casa di chi crede nella grande forza dei moderati italiani. E' la casa di chi antepone l'amore all'odio, di chi non coltiva l'invidia e la maldicenza, di tutti coloro che all'egoismo e ai piccoli, talvolta meschini, interessi personali antepongono sempre il bene comune".

"Dato un brutto spettacolo, necessario restare uniti" -  Berlusconi è tornato poi a chiedere unità dopo giorni burrascosi: "Dopo lo spettacolo che la nostra classe dirigente ha offerto in queste ultimi giorni, perché un padre di famiglia, una donna, un giovane dovrebbe raccogliere questo appello. Perché i moderati italiani dovrebbero unirsi a noi, quando fossimo noi i primi a dividerci. Sabato, dal palco, ripeterò ancora una volta le ragioni per cui è indispensabile restare uniti e lottare insieme, noi moderati per unire i moderati".

"Dobbiamo rispondere solo a chi ci ha dato fiducia" - Il leader del centrodestra ha quindi lanciato un vero e proprio appello agli iscritti al Pdl: "Dopo aver parlato e ascoltato decideremo insieme il nostro futuro. Ognuno, dopo aver parlato ed ascoltato, sarà libero di fare le sue scelte. Ricordandosi della responsabilità che il voto di milioni di persone ci ha affidato e che a loro e solo a loro ognuno di noi è chiamato a rispondere del proprio operato".

"Raccolta firme? Mi interessano solo quelle degli elettori" - Riguardo le raccolte di firme lanciate dai parlamentari del Pdl negli ultimi giorni, il Cavaliere non ha mostrato particolare interesse: "Ho sentito parlare di raccolte di firme tra i nostri parlamentari: le uniche firme che a me interessano sono quelle di milioni di donne e di uomini che hanno creduto e credono in no".

"No a giudici che eliminano avversari politici" - Nel testo inviato ai parlamentari c'è stato spazio anche per fisco e giustizia: "La missione principale è costruire un Paese dove lo Stato attraverso lo strumento fiscale non espropri i cittadini dei risparmi e dei beni che con il loro lavoro e i loro sacrifici sono riusciti a conquistarsi, un Paese dove non ci siano giudici che usino i loro poteri per eliminare gli avversari politici".

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