Dopo l'incontro tra Napolitano e Letta, il Quirinale ha fatto sapere che il passaggio parlamentare si terrà la prossima settimana, e il ministro Franceschini ha specificato la data esatta
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Il "passaggio parlamentare" richiesto dal Quirinale per verificare la fiducia del governo si terrà la settimana prossima, con un intervento del premier per indicare "indirizzi e contenuti" dopo la fine della maggioranza delle larghe intese. Lo fa sapere la presidenza della Repubblica dopo l'incontro tra Napolitano e Letta. Il ministro Dario Franceschini è più specifico e indica la data: l'11 dicembre, al mattino alla camera e al pomeriggio al Senato.
Il presidente del Consiglio e il Capo dello Stato hanno concordato "in piena sintonia" durante il loro colloquio la strada da seguire per i prossimi messi. Che prevede che, oltre a non esserci del dimissioni del premier chieste da Forza Italia, non ci siano rimpasti, se non per sostituire i sottosegretari di Forza Italia, e la messa a punto del "patto" per il 2014 ridefinendo con qualche piccola integrazione (ad esempio sulla giustizia) il programma su cui il governo ha preso la prima fiducia in aprile.
Il programma, nell'intenzione di Letta, si concentrerà su tre aspetti: riforme (istituzionali, della politica e della legge elettorale); economia, con grande attenzione su lavoro, spending review e privatizzazioni; e infine sull'Europa, con la conferma dell'impronta europeista e la messa a punto della gestione del semestre di presidenza dell'Ue.
Non sembra cambiare neanche la posizione sul fronte dell'orizzonte temporale dell'esecutivo, che "resta di 12-18 mesi, al termine del quale il governo sarà valutato per i risultati raggiunti". Napolitano e Letta hanno concordato di attendere l'esito del congresso del Pd prima della verifica in Parlamento perché in questo modo il quadro politico si sarà assestato e anche il clima, secondo Letta, consentirà di ragionare meglio sulle priorità per il paese. "In questo momento in cui l'uscita dalla crisi è a portata di mano noi dobbiamo dare risposte concrete ai cittadini", è la rotta che il premier ribadisce. Sorvolando su paletti e ultimatum del sindaco di Firenze, pronto a dettare la linea al governo in caso di conquista della leadership del Pd.
E, pur venendo incontro alla richiesta di un voto di fiducia avanzato da Forza Italia, il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio respingono la richiesta di dimissioni in quanto il voto sulla legge di Stabilità al Senato "ha confermato la permanenza del rapporto fiduciario anche nella nuova situazione politico-parlamentare venutasi a determinare".