IL "BATTESIMO" DELL'ASSEMBLEA

Pd, il giorno di Matteo Renzi

A Milano battesimo come segretario Pd: atteso il discorso sulla legge elettorale e la "sorpresina" a Grillo

15 Dic 2013 - 11:29
 © Ansa

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L'assemblea nazionale del Pd eleggerà oggi a Milano Matteo Renzi segretario. Attesa per il discorso del "rottamatore", che imporrà come priorità l'approvazione di una legge elettorale maggioritaria e a doppio turno. Attesa anche per la "sorpresina" promessa a Grillo: ai Cinquestelle, il neosegretario offre la rinuncia del Pd alla prossima tranche dei rimborsi elettorali (18 milioni) in cambio dei voti per legge elettorale e riforme istituzionali. 

Renzi, davanti a Enrico Letta, si prende ufficialmente il partito: l'assemblea dei mille lo incoronerà segretario così come eleggerà Gianni Cuperlo presidente, seguendo l'indicazione del neoleader che vuole la pax interna dopo aver rottamato la vecchia guardia. D'altra parte la forza dei numeri che le primarie consegnano al sindaco di Firenze fa capire come Renzi imporrà la sua agenda dentro il partito e verso il governo: dei mille delegati in assemblea, 700 sono suoi così come è "impietosa", ammette un bersaniano, la maggioranza del segretario dentro la direzione che dovrà essere eletta.

E questa forza Renzi ha intenzione di usarla tutta perché, ripete da giorni, "è l'ultima occasione" per cambiare il Pd, il Paese e anche la politica. Per dimostrare che bisogna fare in fretta - il primo banco di prova del Pd renziano sono le europee di maggio - il neoleader metterà in fila le sue urgenze e la sua dead line: approvazione entro il 24 maggio di una legge elettorale maggioritaria e a doppio turno, in primis. Una priorità che Renzi è disposto a discutere dentro i confini della maggioranza ma, se qualcuno ostacolerà la riforma, chiarisce la neoresponsabile Riforme Maria Elena Boschi, il Pd guarderà a Grillo e Silvio Berlusconi (che oggi ha virato sul Mattarellum) e alla fine "chi ci sta voterà con noi".

Epifani: "Resteremo uniti" - "In una democrazia un po' di competizione va bene" ma detto questo "penso che sapremo restare uniti". Così il segretario uscente del Pd, Guglielmo Epifani, ha risposto sulla competizione tra Enrico Letta e Matteo Renzi, arrivando all'assemblea nazionale di Milano. E sul suo successore: "Ha una forte personalità ed è un uomo di un'altra generazione: quindi è chiaro che siamo di fronte a una svolta, che non penso ci sia stata sui valori di fondo ma è sicuramente generazionale".

"Naturalmente il mandato del nuovo segretario è molto molto forte - ha sottolineato -. Nessuno di noi si immaginava una presenza alle primarie di quel genere, il mandato politico che ha avuto è fortissimo".

Letta, per ora, è tranquillo - Il meno preoccupato di questa corsa al rilancio dentro la maggioranza di governo appare, per ora, il premier Letta, convinto che un Pd forte rafforza l'azione dell'esecutivo e che anche una gara, se virtuosa, tra i diversi protagonisti può far bene all'Italia che cerca di uscire dalla crisi. Ma, garantendo una mano a Letta perché faccia le cose, il capo del Pd non ha intenzione di svolgere il ruolo di gregario o portatore d'acqua al governo. Per questo, due giorni dopo l'abolizione per decreto del finanziamento pubblico in consiglio dei ministri, Renzi rilancia con la "sorpresina" annunciata a Grillo. La rinuncia ad una tranche dei rimborsi elettorali fa tremare il Pd - la rata di luglio valeva 18 milioni - ma dà la credibilità al neosegretario per chiedere al comico genovese un impegno sulla legge elettorale, sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla riduzione del numero dei parlamentari. "I tuoi deputati scendano dai tetti e vengano in Aula", provoca il sindaco che anche sulla trasparenza dei bilanci dei partiti farà un passo avanti, annunciando che ogni spesa, sia del partito nazionale sia dei gruppi consiliari, saranno messi on line. Impegni che il "rottamatore" è determinato a onorare con l'aiuto anche della minoranza del partito.

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