La proposta annunciata ieri dal segretario del Pd (niente articolo 18 per i neoassunti) piace a Confindustria. Squinzi: è la direzione giusta
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"Creare lavoro, non l'articolo 18". E' questa la priorità del piano sull'occupazione che il Pd di Matteo Renzi presenterà a gennaio, puntando su norme che semplifichino le assunzioni e i centri per l'impiego e misure, come l'indennità di disoccupazione. Alla stesura del piano per il lavoro, si è concordato nella riunione della segreteria, si impegneranno la responsabile Lavoro Marianna Madia e il responsabile economico Filippo Taddei.
Obiettivo della proposta di legge del Pd sarà semplificare le norme e rendere più facile assumere. Questo piano, si è spiegato in segreteria, è "la priorità numero 1" del nuovo Pd. Questo ultimo intervento del segretario Pd sembra in effetti un passo indietro rispetto al piano annunciato ieri, che prevedeva niente articolo 18 per i neoassunti proprio per favorire i nuovi ingressi nel mdondo del lavoro.
Squinzi: via l'art. 18 per i neoassunti? Bene così - Su quel progetto infatti il presidente di Viale dell'Astronomia dà il suo placet definendo quella "una proposta che va nella direzione giusta". Anche se, aggiunge, "non è sufficiente perché per assumere bisogna prima creare le condizioni per avere più lavoro. Solo così si possono fare assunzioni, altrimenti rimane un provvedimento sulla carta".
Confindustria: "Cambiare passo per uscire dalla crisi" - Al di là delle precisazioni dell'ultima ora del neosegretario al riguardo, comunque, sembra che di fatto ci sia una forte unità di intenti tra il capo di Confindustria e il leader del Partito democratico. D'altra parte, Squinzi avverte che cambiare passo è assolutamente necesssario per uscire dalla crisi e, al convegno del Centro studi, dichiara che "ai ritmi ipotizzati il Pil non tornerà ai valori del 2007 prima del secondo trimestre del 2021. Bisogna dunque cambiare passo e registro".
E ancora: "In questo momento non si può dire che la recessione è finita e che c'è la ripresa. Vediamo cosa succede nei prossimi mesi. Io vedo molto ottimismo" ma l'arresto della caduta del Pil in un trimestre non si può interpretare come "un segnale di decisa ripartenza o di fine della recessione".