"Dubito che chiunque lascerebbe vivere così, anche solo per un giorno, il proprio cane o il proprio gatto", ha raccontato il deputato Pd da questa mattina autoreclusosi nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa
"Venite a verificare le condizioni delle persone che sono rinchiuse qui, che scappano da una guerra. Dubito che chiunque lascerebbe vivere così, anche solo per un giorno, il proprio cane o il proprio gatto". Così racconta a Tgcom24 Khalid Chaouki, il deputato Pd da questa mattina "autoreclutosi" nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa in segno di protesta per le condizioni degli immigrati che vi sono rinchiusi.
"Non è la prima volta che vengo in ispezione nel Centro di Lampedusa, sono tornato dopo le notizie allarmanti arrivate negli ultimi giorni, non immaginavo di trovare questa situazione. Lo dico per primo a chi non la pensa come me, a chi fa parte di altri schieramenti politici: venite a vedere cosa c'è qui oggi. Impossibile non avvertire l'esigenza di cambiare qualcosa. Poi parleremo del come..."
In che condizioni si trovano le persone ospitate nel Centro?
"Ho trovato condizioni igieniche allucinanti: non tutti i bagni sono funzionanti, ci sono infiltrazioni d'acqua, stanze, dove dormono gli ospiti del centro, completamente allagate, matarassi accatastati, sporcizia. Manca una mensa, si mangia sui letti... Inoltre siamo in una situazione di illegalità: di fatto gli immigrati sono reclusi nella struttura. Le forze dell'ordine non permettono di uscire, mentre questo dovrebbe essere solo un centro di accoglienza non di reclusione. Condizioni igieniche e tempistiche non sono accettabili".
Quale tipo di "accoglienza" il Centro dovrebbe offrire?
"Chi arriva al Centro di prima accoglienza di Lampedusa dovrebbe restare al massimo 96 ore, per avere supporto psicologico e sanitario e successivamente essere trasferito in un Cara, i centri per i richiedenti asilo. Ad oggi, 22 dicembre, a Lampedusa si trovano ancora 7 superstiti del naufragio del 3 ottobre, una tragedia per la quale si sono sprecate belle parole per poi dimenticarsene dopo due giorni".
Non sempre gli italiani si sono mostrati particolarmente sensibili a questi temi...
"L'Italia è chiamata a rispettare il diritto internazionale e a recuperare l'orgoglio di una tradizione di accoglienza e umanità. Bisogna smettere di pensare che determinati interventi tolgano qualcosa agli italiani: questo tipo di politiche sono finanziate dalla Ue".
Quali sono le sensazioni che ha provato entrando nel Centro?
"Resta la sensazione di impotenza dello Stato e la sensazione che ormai ci sia l'abitudine al fatto che i diritti non vengano rispettati. Anche le associazioni che lavorano nel Centro di Lampedusa si sentono vittime di un sistema che non funziona più. Ormai ci sembra normale: mettiamo in secondo piano la dignità delle persone".
"Io dico solo di venire a verificare: una volta dentro nessuno penserebbe di far vivere così il proprio cane o il proprio gatto. Sembrerebbe una crudeltà. L'Italia oggi permette che ci vivano delle persone".