In dissenso per la Devolution
E' ufficiale: Domenico Fisichella entra nella Margherita, tre mesi dopo, il 16 novembre 2005, aver lasciato AN in dissenso sulla devolution, e proprio con la Margherita sarà candidato per il Senato alle prossime elezioni politiche del 9 e 10 aprile nel Lazio e in altri collegi del nord. Il Presidente della Margherita, Francesco Rutelli ha dato il benvenuto al vicepresidente di palazzo Madama durante una conferenza stampa.
Erano presenti il capogruppo Willer Bordon, il vicepresidente del Senato, Lamberto Dini, il senatore Nicola Mancino, amico di vecchia data del "professore" e grande artefice dell'avvicinamento alla Margherita. "Il presidente Fisichella -dice Rutelli- è un galantuomo, riconosciuto da tutti come una figura di primissimo ordine del nostro Paese. Per noi è un grande onore che abbia scelto la Margherita per continuare il suo impegno a difesa dell'Italia, dei suoi valori di cattolico-liberale.
La sua presenza è anche un segnale importante agli elettori moderati che, delusi da Berlusconi, hanno temuto e non apprezzato il dominio della Lega su troppe politiche del centrodestra. La presenza con la sua storia di Fisichella -dice Rutelli- sia un messaggio molto forte che noi diamo a tutti gli elettori del centrosinistra e perche' ci siano innovazione ed equilibrio nella nostra proposta per il nuovo governo del Paese".
Il centrosistra -dice Domenico Fisichella- ha una vocazione per le riforme e io credo che questa vocazione debba essere perseguita all'interno di un quadro di realismo, di gradualita' e di controllabilita' degli esiti delle riforme stesse.
Questa è la ragione che mi consente di rivendicare un ruolo di riforma e nello stesso tempo di rivendicare un'esperienza di moderazione ed equilibrio. La devolution è stato uno dei momenti più rilevanti che mi hanno indotto a lasciare AN perché la riforma costituzionale non solo ha contraddetto la storia di questo Paese ma ha contraddetto soprattuto l'avvenire, le prospettive dell'Italia e io credo che in ragione di questa riforma il Paese sarà più diviso, ci sarà un maggiore livello di conflittualità tra le istituzioni in cui si articola l'Italia".