Polemiche per T-shirt anti-Islam
"Oggi l'ho tolta. Sono in pausa perché il consiglio di Stato ci ha dato ragione sui crocifissi nelle scuole. Ma sono pronto a rimetterla" avverte il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, intervistato dal Corriere della Sera, parlando della maglietta indossata in questi giorni con le vignette contro l'Islam. "Ho fatto solo una provocazione. Berlusconi mi ha chiesto di dimettermi, ma è tutto risolto".
"Se mi avesse posto - continua Calderoli - di fronte all'alternativa di sconfessarmi o dimettermi, mi sarei dimesso. Ma basta chiarire che quella non è la posizione del governo: i miei ruoli nel partito e nel ministero sono separati". E sull'invito di Fini ad essere più "serrio e responsabile", il ministro risponde: " L'elettorato di An la pensa come me, non come lui. La gente è con noi. Ad aprile giudicheremo queste mezze ambiguità, queste mezze misure.
Finché c'era Andreotti che sosteneva Arafat e la Palestina, eravamo al sicurio. Ma con Hamas è cambiato tutto. Frattini e gli altri usano ancora metodi andreottinai, ma è sbagliato. Leggete che cosa scrivono: domenica, su un giornale tedesco, Gheddafi ha annunciato che l'Islam presto governerà l'Europa. E' scritto nel Corano: convertire è un dovere. E il loro credo prevale sulle leggi. Noi abbiamo sacrificato sull'altare dell'integrazione lo spirito di evangelizzazione. Anche Bossi è preoccupato".
"Non esiste al mondo che in Pakistan si è condannati a morte quando si offende Maometto. Un esempio di offesa? Sostenere che Gesù è il figlio di Dio è già una bestemmia contro Maometto: perché secondo loro Gesù è il servo di Maometto. Parliamo dell'Arabia Saudita? Lì c'è l'arresto e l'espulsione per chi detiene oggetti di una religione non islamica. Altrove ci accoppano. Abbiamo fatto un accordo con l'Arabia per realizzare a Roma la più grande moschea d'Europa.
Ora dobbiamo avere la garanzia, pena l'interruzione delle relazioni diplomatiche, che nessuno venga arrestato perché ha un crocifisso", conclude Calderoli.