Il ministro della Famiglia Elena Bonetti: "Si tratta di un fisso mensile che verrà dato a ciascun figlio mentre la quota dipenderà dal reddito"
Oggi, 30 marzo, è il giorno del via libera del Senato alla legge delega sull'assegno unico per i figli a carico. La promessa sono i 200-250 euro al mese a figlio, a partire da luglio, indicati dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Le risorse a disposizione sono 20 miliardi tra fondi degli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare, ha affermato il ministro della Famiglia, Elena Bonetti (Italia Viva).
Bonetti: "La quota mensile dipenderà dal reddito" "L'assegno unico e universale - ha spiegato la Bonetti - è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. E' per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base".
Il governo rassicura le famiglie: non verranno penalizzate Inoltre, una norma transitoria preannunciata dalla ministra consentirà di non perdere il beneficio anche alle famiglie che hanno detrazioni fiscali per figli di oltre 21 anni. Il governo rassicura così i genitori, dopo che diverse analisi avevano indicato il rischio che alcune famiglie potessero essere penalizzate dall'assegno unico rispetto a quanto prendono oggi. Da ultimo, uno studio del Gruppo di lavoro Arel/Feg/Alleanza per l'infanzia aveva stimato che 1,35 milioni di nuclei avrebbero avuto una perdita mediana di 381 euro. Una clausola di compensazione integrale delle perdite, che consentirebbe di scegliere per il regime più favorevole costerebbe 800 milioni. Il ministero dell'Economia è al lavoro sui "calcoli precisi" come ha detto la Bonetti, che si è impegnata ad approvare quanto prima i decreti attuativi.
Cosa prevede la delega La delega prevede un credito d'imposta o assegno mensile che andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva, adesso esclusi da gran parte dei sostegni per i figli e sostituirà bonus, detrazioni per i figli a carico e l'assegno familiare. Finora questo provvedimento è stato accompagnato dalla massima condivisione e approvato all'unanimità alla Camera e alla commissione Lavoro del Senato, tanto che e' partita una gara a rivendicarne la paternità.