L'emendamento della discordia

Aumento stipendio ministri, salta l'equiparazione: solo rimborsi | Crosetto: "Così stop definitivo alle polemiche"

Il ministro della Difesa: "Incomprensibile ci siano disparità di trattamento economico tra i vari ministri ma assurdo lasciare spazio a polemiche"

17 Dic 2024 - 11:17
 © Ansa

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L'emendamento presentato nella Manovra che prevedeva l'aumento dello stipendio per i ministri non parlamentari è stato ritirato, dopo la richiesta avanzata dal ministro Guido Crosetto. "È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull'emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese", aveva scritto su X il ministro della Difesa a proposito dell'emendamento alla Manovra depositato in commissione bilancio dai relatori.

Salta quindi definitivamente l'equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti, grazie a un emendamento riformulato dei relatori alla Manovra, che riscrive la norma, prevedendo per i ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma solo il "diritto al rimborso delle spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni". A questo fine è istituito presso la Presidenza del consiglio dei ministri un Fondo con una dotazione di 500.000 euro annui dal 2025. Le risorse sono destinate alle Amministrazioni interessate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Economia.

"Ingiusto disparità di trattamento ma andiamo avanti"

 "È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura - aveva detto Crosetto -. La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli Interni o della Difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto a un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, nè a me nè ai miei colleghi". "Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche - aveva annunciato -. Quello che non sarebbe comprensibile per nessuna altra professione e cioè che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione, abbiano trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto".

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